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La zona d'interesse copertina

La zona d'interesse

Di: Martin Amis, Maurizia Balmelli - Traduttore
Letto da: Andrea Failla
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Sintesi dell'editore

"C'era una volta un re, e questo re incaricò il suo mago prediletto di fabbricare uno specchio magico. Questo specchio non ti mostrava il tuo riflesso. Ti mostrava la tua anima - ti mostrava chi eri realmente". E il campo di concentramento è quello specchio. Nella zona d'interesse del campo, Golo Thomsen, nazista mediocre, riscopre un sentimento che pareva impossibile in quel luogo e in quel tempo. S'innamora di Hannah Doll, una donna sposata, che come lui sta scrutando lo specchio per capire chi è. Ma c'è un problema: Hannah è la moglie del Comandante: il cinico, spietato, grottesco Paul Doll.

Al Kat Zet, la zona d'interesse, la vita scorre placidamente: madri che passeggiano con le figliolette, ricchi pasti serviti alla mensa ufficiali, tediosa burocrazia negli uffici, caldi incontri nelle alcove. Tutto intorno un'altra vita - se questa è vita - freme e spira, a centinaia, a migliaia, giú per le fosse, su per i camini. Ma qui, lungo il viale alberato della zona d'interesse, comprendente terreni, officine e centro residenziale delle SS, due amici d'infanzia - Golo Thomsen, ufficiale di collegamento fra l'industria bellica e il Reich, nonché nipote del gerarca Martin Bormann, e Boris Eltz, capitano valoroso e senza scrupoli - possono fantasticare sulle morbide forme della procace Hannah Doll, moglie dello spietato Kommandant del campo, come in un qualunque caffè del centro. Qui si può ridere del tatuaggio sul braccio delle Haftlinge - "il tuo numero di telefono?" - e affogare il grattacapo di una partita di 150 unità femminili troppo deperibili in una dose extra di buon brandy.

Il grottesco per parlare dell'orrore. Amis affida quella dimensione al piú allucinante e macchiettistico dei suoi molti antieroi, Paul Doll, che con i suoi tic, le sue ansie e le sue lascivie, con il suo straniante pastiche linguistico, incarna tutto l'assurdo del regime. "E io, in modo vago e confuso, mi chiedevo se la storia del Nazionalsocialismo si sarebbe mai potuta svolgere in una qualunque altra lingua...", osserva Golo. Della tragedia che da quel regime promana è invece interprete Szmul, capo dei Sonderkommando, "gli uomini piú tristi del Lager". Szmul il corvo del crematorio, Szmul che traffica in cadaveri, ma, nel momento estremo della scelta, sono i suoi occhi morti ad accendere della luce della coscienza la vita che gli sopravvivrà. E resta spazio, nel catalogo delle esperienze umane travolte dall'orrore, per l'investigazione dell'amore in tempo di strage, attraverso il racconto dei turbamenti passional-sentimentali dell'arianissimo Golo, terza voce narrante del romanzo. Ma può nascere qualcosa di buono sullo sfondo dei camini? Martin Amis torna a cimentarsi con la ferita mai rimarginata dell'Olocausto, e lo fa con la piú dirompente delle espressioni umane: una caustica risata.

©2024 Giulio Einaudi editore (P)2024 Giulio Einaudi editore

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  • Paola
  • 01/04/2024

Tutto l'orrore dell'olocausto dall'interno delle menti malate degli artefici

Un capolavoro che però, forse, andrebbe letto e non ascoltato. Ho fatto molta fatica a seguire la prosa complessa, le digressioni sullle vicende e sui vari personaggi, le parole e le frasi in tedesco.

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  • Utente anonimo
  • 29/04/2024

Non lo so

Sono perplessa 😟
Prima ho visto il film e poi ho letto il libro sembra un’altra storia
Il film che è’ inquietante e lento ti fa capire come in quel periodo storico era un popolo alla follia totale e sottolinea la loro indifferenza come un po’ noi facciamo oggi con gli animali che vanno al macello …..l’indifferenza è il non voler sapere e’ questo che ci contraddistingue da altri esseri animali
Il libro è’ un racconto a tre voci con tre punti di vista diversi .
Non mi ha convinto secondo me e’ più efficace il film .

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  • Utente anonimo
  • 09/05/2024

inspiegabile

grazie all'autore per questa testimonianza così inquietanteattraverso il racconto dei vari personaggi inseriti nel iveo. grande testo, talvolta alcune imperfezioni nella
pronuncia del tedesco. mi è piaciuto tantissimo

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  • Laura
  • 01/04/2024

Fondamentale

Chi lo volesse leggere come sceneggiatura del film omonimo, sappia che è totalmente diverso. un racconto a più voci, che affronta, su fondate basi documentarie, l'orrore concentrazionario. consiglio di ascoltare prima la postfazione, ampia e profonda. la lettura è eccelsa e rende bene la psicologia delle voci. importantissimo per capire quale sia la nostra "zona d'interesse".

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  • Utente anonimo
  • 09/04/2024

Da ascoltare, con attenzione

l'ho letto dopo aver visto il film ed è molto diverso nei personaggi e nelle situazioni. Qui ci sono alcuni personaggi, che pur coi loro difetti anche esecrabili, tendono alla salvezza. Là non c'è redenzione possibile, neanche per i giovanissimi, consapevoli e indifferenti.
Molto belli, sia il libro che il più ermetico film
Marialuisa

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  • pellegatta bruno
  • 28/03/2024

narrazione negativa e penalizzante

non ho potuto apprezzare il libro in questa versione audio, poiché, a mio parere, sarebbe stato opportuno diversificare con chiarezza le voci narranti con una loro peculuare specificitá. Spesso non ho capito chi parla e a che si riferisca, e, spiace a dirsi, anche la narrazione quasi monotonale influisce molto sull' apprezzamento del testo.
Credo che non finiró di ascoltarlo, o se lo farò, con molta difficoltà prefiggendomi la lettura del cartaceo.

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  • Susi
  • 24/04/2024

Crudo e realistico

Un viaggio verso l’indifferente e crudele comportamento nazista.
Terribile storia recente che ha lasciato un segno indelebile nelle coscienze consapevoli.

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  • Fabio Gastone
  • 23/04/2024

La pronuncia tedesca

Per piacere, smettetela di far leggere libri pieni di parole in lingua tedesca a gente che non conosce una parola di tedesco. O almeno informatevi sulla pronuncia. E’ terribile da ascoltare. Già mi ero strappata le orecchie con Spatriati di Desiati, ma qui siamo oltre.

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  • Cliente Amazon
  • 20/04/2024

Visto dalla parte dei carnefici

Scritto benissimo. Ottimamente documentato. Fa venire i brividi e riflettere sul non senso di quello che é successo

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  • Utente anonimo
  • 07/04/2024

splendido

un punto di vista nuovo su vicende della storia che tutti noi crediamo di conoscere, per lo più superficialmente. Ben scritto, ben letto, sapere un po' di tedesco aiuta e aumenta il piacere della lettura ma nn è indispensabile. Grazie

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