Rossella Romano
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Rossella Romano

La stessa qualità di una grande Casa Editrice a un terzo del prezzo! - Avventura, Fantascienza, Fantasy, Horror - Sito internet con blog, notizie, giveaway, interviste, bookcard scaricabili e la possibilità di richiedere un racconto o un romanzo breve in omaggio! https://rossella-romano-autrice.webnode.it Rossella Romano: classe 1971, autrice dal 1996. È nata curiosa e adora fantasticare, immaginare aspetti nascosti nella realtà; per questo scrive spaziando fra fantascienza, fantasy e horror. I suoi personaggi sono persone normali catapultate in situazioni straordinarie, che siano case infestate, viaggi inaspettati verso pianeti lontani, o mondi segreti. Fra i quattordici e i ventiquattro anni è stata giocatrice di Dungeons & Dragons, per diventare poi Dungeon Master di avventure inedite che scriveva da sola; un'esperienza che considera fondamentale per ciò che è seguìto. Nel 1996 ha scritto il suo primo romanzo fantasy, "Il Segno dei Ribelli", che cinque anni dopo fu pubblicato dalla Casa Editrice Nord, numero 173 della Fantacollana. Dal 31 luglio del 2014 ha ripreso a pubblicare come indipendente, forte di un'ampia esperienza come editor e creatrice di contenuti. “Scrivo per un bisogno profondo, ma sapere che qualcuno leggerà le mie storie aggiunge una motivazione fortissima. Considero la scrittura una forma d’arte condivisa, diversa da ogni altra. Mi spiego meglio con un esempio. Se scrivo: ‘La ragazza lo guidò in fretta su per due rampe di scale e attraverso sale deserte e semibuie, dal pavimento a mosaico,’ sto chiedendo al lettore di fare uno sforzo d’immaginazione, mi sto appoggiando ai suoi ricordi, alle sue esperienze. Le due rampe di scale e le sale in penombra saranno diverse per ogni persona che leggerà quella frase. E lo stesso vale per l’aspetto dei personaggi, per le loro emozioni, persino per le creature fantastiche che popolano i miei libri. Nel momento in cui qualcuno decide di leggerla, la storia diventa anche sua. E questa è una forma straordinaria di condivisione, che non accade nemmeno al cinema: troppo passivo, troppo definito.”
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