Audible logo, vai alla home page
Collegamento Audible al sito principale

Intervista agli autori della nuova serie Audible Original Effetto Eco

Intervista agli autori della nuova serie Audible Original Effetto Eco

Effetto Eco: la nuova serie Audible Original da non perdere

Effetto Eco è la nuova serie Audible Original firmata da Adriano Barone e Luca Blengino che ci hanno svelato i retroscena della produzione in questa intervista. Con un cast di alto livello, un sound design innovativo e una colonna sonora eseguita da un'orchestra di diciotto elementi, Effetto Eco è la serie Audible Original del momento: un thriller avvincente in cui suspense e elementi soprannaturali si intrecciano in una trama originale. Il protagonista, Massimo Riversi, un tempo brillante poliziotto ora ricoverato in una clinica psichiatrica, scopre di possedere un dono inquietante: la capacità di ascoltare frammenti di conversazioni passate. Questo potere, a metà tra benedizione e maledizione, gli permette di collaborare con l’ispettore Fausto Colombo, della squadra mobile di Torino, e con l’agente della Scientifica Delia Delvaux per risolvere casi intricati e apparentemente irrisolvibili. Ma, nel corso della serie, i poteri di Riversi apriranno squarci inaspettati sul suo passato più doloroso: la tragica scomparsa della figlia Alba, rapita e uccisa cinque anni prima da un killer mai catturato.

Effetto Eco vanta un cast straordinario: tra i nomi più celebri, Filippo Nigro nel ruolo di Max, Francesco Pannofino nel ruolo di Fausto, Fatima Romina Ali nel ruolo di Delia e poi ancora Edoardo Stopacciaro, Emanuela Rossi, Angelo Maggie tanti altri narratori. Le loro interpretazioni rendono questa audioserie un’esperienza coinvolgente e intensa: per svelarti ancora più dettagli e immergerti nell’atmosfera misteriosa di questa produzione, abbiamo intervistato i due autori, Adriano Barone e Luca Blengino che ci hanno raccontato i retroscena della serie. Scopriamoli insieme!

Effetto Eco

Intervista ai due autori di Effetto Eco: Adriano Barone e Luca Blengino

  • Potreste presentarvi brevemente raccontandoci chi siete, il vostro percorso professionale e come è nato il vostro sodalizio? È la vostra prima collaborazione? Inoltre: com'è stata l'esperienza di scrivere un'audioserie e quali aspetti di questo formato vi hanno particolarmente colpito rispetto ad altri media?

ADRIANO BARONE: Ciao, sono Adriano Barone, GenXer del 1976, scrivo fumetti e graphic novel da 20 anni e spesso faccio sortite al di fuori del medium (romanzi, cartoni animati, cortometraggi). Io e Luca ci siamo conosciuti nel 2005, anno in cui io ho esordito professionalmente sulla rivista Strike della Star Comics, a una Torino Comics dove il compianto Ade Capone presentava le nuove serie che sarebbero apparse sulla stessa rivista: tra queste c’era “1881”, disegnata da Luca Erbetta e scritta proprio da Luca. Ci siamo stati simpatici da subito, ci siamo sempre stimati professionalmente e abbiamo sempre apprezzato le opere reciproche, ma per una mia strana forma di pudore, ho sempre esitato a chiedere a Luca se volesse collaborare con me. Poi nel 2019, a tarda notte di una Lucca Comics and Games, gli confessai che non volevo che gli sembrasse che avrei voluto approfittare della nostra amicizia se gli avessi chiesto di scrivere qualcosa assieme. Luca è scoppiato a ridere e ha detto che non avrebbe mai pensato niente del genere, e soprattutto se fosse stato davvero un piano, era uno dei meno efficienti che aveva sentito! Quindi quando ebbi l’occasione di fare un pitch a Audible nel 2020, pochi mesi dopo, sapevo che avrei avuto bisogno di un compagno di scrittura affidabile, curioso, in grado come me di scrivere tanto e consegnare puntualmente, e soprattutto in grado di scrivere per più media e entusiasta di affrontare una forma narrativa che non aveva mai affrontato prima.

LUCA BLENGINO: Ehi, mi presento pure io. Sono nato a Cuneo (dove vivo) nel 1978. Scrivo da un po'. Fumetti soprattutto, poi quello che capita. Romanzi per ragazzi, saggistica, videogiochi e da ora audioserie. Faccio anche l'editor e il traduttore. Mi annoio facilmente e mi piace zompare da un media all'altro, provare cose nuove. È ovvio che quando il mio amico Adriano mi ha chiesto se mi andava di fare qualcosa per Audible mi ci sono buttato senza pensarci su!

Lavorare su una cosa audio è stato da pazzi. È proprio l'antitesi del fumetto, la nostra comfort zone. Sono lo Yin e lo Yang della narrazione. Una è tutto quello che non è l'altro. Il fumetto è immagine fissa e parola scritta, che devono creare nella testa di chi legge l'illusione del movimento, della voce e del suono. L'audio-serie invece è movimento, suono e voce, che devono creare nella testa di chi ascolta l'illusione dell'immagine. Da matti, se ci pensate. È stato un giro di centoottanta gradi che mi ha spaccato la testa, ma mi ha pure insegnato un sacco di roba nuova.

  • Effetto Eco è una nuova serie Audible Original da non perdere, caratterizzata da un cast di voci eccezionali, un sound design innovativo e una colonna sonora eseguita da un'orchestra di diciotto elementi. Potreste svelarci qualche dettaglio intrigante sulla trama di questo thriller paranormale che promette di far parlare di sé? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori da questa avvincente storia?

LUCA: Senza fare spoiler? Allora, intanto diciamo che di paranormale ce n'è giusto un pizzico. Un unico elemento, in realtà, il “potere” (o maledizione?) di Max, il nostro protagonista. Per il resto tutto è calato in un contesto parecchio realistico. Effetto Eco secondo me, prima di tutto è un thriller procedurale, investigativo, ambientato nella Torino dei nostri giorni. E che, pur restando nei canoni di genere, cerca di presentare situazioni reali, tematiche contemporanee come l'inclusività e l'accettazione di sé. Oltre alle problematiche tipiche di ogni questura di questo paese: i tagli al budget, il personale che scarseggia, i turni massacranti, i dossier che si moltiplicano e diventano ingestibili. Mi piace pensare non solo ai tre protagonisti, ma anche a tutti comprimari di episodio, come a persone reali, figlie di questo nostro periodo storico.

Poi per giocare di contrasto abbiamo inventato casi investigativi davvero bizzarri, al limite, inquietanti e sopra le righe. Abbiamo messo in scena omicidi abbastanza efferati – e abbiamo potuto farlo proprio perché chi ascolta non vede nulla tranne ciò che descrivono i personaggi e molto è lasciato all'immaginazione soggettiva. Ci siamo anche divertiti a raccontare le gesta di un micidiale serial-killer il cui segno distintivo è-- giusto, niente spoiler! :)

  • La scelta di una narrazione multivoice con un sound design orchestrale è decisamente intrepida. Come vi è venuta l'idea di scrivere una serie thriller così immersiva? Quali sono stati gli ostacoli più complessi nel processo creativo, e quali invece i momenti di gloria che vi hanno fatto dire "Ecco, questa è la strada giusta"?

ADRIANO: Ma… noi non sapevamo che fosse immersiva finché la troupe tecnica non ce l’ha detto, in realtà. Io sono un impallato di vecchie radioserie americane e inglesi e delle radioserie della BBC, ma era la prima volta che affrontavo il medium da scrittore. Semplicemente mi era chiaro, avendo ascoltato un po’ di opere narrative multivoice, che il problema principale delle narrazioni audio drammatizzate (quindi escludendo gli audiolibri) è fornire informazioni nello stesso momento in cui devi far avanzare la trama. Non hai nessun supporto “video” che dia informazioni aggiuntive di contesto. E quindi la sfida tecnica entusiasmante è quella di spiegare le cose rendendole organiche alla trama… che in questo caso è portata avanti solo dai dialoghi (al massimo c’è il supporto di qualche effetto sonoro)! Appunto, quando abbiamo avuto l’occasione di ascoltare un paio di sessioni di Francesco e Filippo, ci è stato detto che “anche se è audio, sembra di vedere letteralmente le scene”. Suppongo che la nostra lunga militanza nei fumetti abbia avuto la sua influenza, in questo, inconscia o meno.

Il mio momento personale in cui ho pensato che avevamo tra le mani qualcosa di potenzialmente molto interessante è stato quando ho scritto la prima scena comica di interazione tra Max e Fausto. Solitamente in Italia ma anche all’estero, si tende ad avere un solo mood narrativo, e quello di polizieschi e thriller è molto serioso. Eppure, vista la situazione, visto il carattere di Fausto, vista l’amicizia che lega i due personaggi che è quasi un rapporto tra fratello maggiore e fratello minore, mi venne spontaneo scrivere qualcosa di divertente. E mentre scrivevo sono scoppiato a ridere. Questo è qualcosa a cui chi non è professionista fatica a credere, ma è così: i personaggi “si sono scritti da soli”, hanno “suggerito loro” cosa dovevano dire e come dovevano interagire. Di solito quello è “il” momento.

  • Il protagonista, un ex-poliziotto tormentato dal suo passato, richiama inevitabilmente alla mente figure letterarie come il Capitano Achab di "Moby Dick" o il detective Marlowe di Chandler. Quanto ha influito la vostra passione per la lettura nella creazione di "Effetto Eco"? E qual è il vostro romanzo thriller preferito, quello che rileggereste sempre volentieri?

ADRIANO: In realtà per me le influenze si sommano tutte: fumetti, serie tv, film, audioserie, romanzi…ma soprattutto la realtà. Nel momento in cui è stato deciso lo spunto narrativo, avevo un bagaglio infinito di riferimenti che non erano neanche più così “dettagliati”, cioè non avevo in mente nessuno specifico titolo o autore, ma semplicemente ho usato i trucchi del mestiere e le conoscenze che ho nel mio zainetto di scrittore. Per quanto mi riguarda, penso che abbiano più influito sia la scrittura dei dialoghi nei fumetti (con l’enorme differenza che a differenza dell’audio questi devono esprimere informazioni aggiuntive rispetto all’immagine, mentre quelli audio hanno la triplice funzione di 1) spiegare il contesto, 2) caratterizzare il personaggio e 3) far avanzare la trama) e delle serie televisive: da queste ho tenuto a mente la lezione importante che non basta solo esprimere informazioni attraverso i dialoghi, ma bisogna anche scriverli in un modo specifico per ogni singolo personaggio, che ha una propria voce. Nessun personaggio parla in modo uguale, e se non si capisce che una frase è stata pronunciata inequivocabilmente da un personaggio o un altro, bisogna riscrivere la linea di dialogo finché non è così. Fortunatamente dopo 20 anni di professionismo, questo è diventato un automatismo.

Non so se sia definibile propriamente come thriller, ma penso che “Port Tropique” di Barry Gifford sia il mio preferito.

LUCA: Io non posso non citare un fumetto. Nel corso dei decenni la Nona Arte in tutte le sue declinazioni (il fumetto italiano, il comic americano, la bande dessinée franco-belga, il manga giapponese) ha prodotto tonnellate di thriller meravigliosi. Uno a cui voglio molto bene è: “Il killer” di Matz e Luc Jacamon. Fincher ci ha tratto un film qualche anno fa e secondo me è un buon film, ma... non rende il fascino dell'originale su carta.

  • Siete due sceneggiatori e fumettisti affermati in Italia, e ora vi cimentate con una serie audio che esplora i confini tra le arti. Oggi, i vari media si contaminano e si fondono sempre di più: qual è la vostra opinione su questa crescente fluidità creativa? Quali consigli dareste a un giovane che vuole intraprendere il percorso della sceneggiatura per graphic novel o nel mondo dei podcast?

ADRIANO: Penso che per puro caso Effetto Eco sia stato scritto proprio da due sceneggiatori che hanno intuito da tempo che i media si contaminano e che uno sceneggiatore per campare debba saperli praticare tutti… questo sia per curiosità, sia appunto per mera sopravvivenza. Quindi, parlo a nome mio, ma penso che valga anche per Luca, semplicemente il mondo dell’entertainment è arrivato a una “forma mentis” che per noi, per carattere e per necessità, era già scontata da anni. Il primo consiglio è… non fare lo sceneggiatore. È un mestiere durissimo e solitario, e infatti per quanto mi riguarda la scrittura in coppia, che pratico sempre di più negli ultimi anni, oltre a produrre opere molto più belle di quelle che potrei creare da solo, rende il lavoro leggermente meno un’attività da recluso, grazie ai numerosi momenti di confronto. Il secondo consiglio, probabilmente, è appunto essere curiosi: non pensare a compartimenti stagni, imparare che scrivere una storia è un procedimento sempre uguale nella sua forma più basica, e il bello - ma anche quello che ti rende un professionista - è la capacità di farlo in un medium che non hai mai affrontato prima. Ma se sei curioso, sarai stato almeno un fruitore di quel medium, e se hai il mindframe da scrittore, non sarai stato solo un fruitore passivo, ma ti sarai chiesto “come si fa”, avrai nella tua testa “smontato il giocattolo” per vedere come è fatto dentro. Il terzo consiglio sembra banale ma non lo è: scrivere, scrivere, scrivere. L’espressione inglese è “You have to put in the hours.” Il talento per la scrittura è incrementale, come quasi ogni altra cosa, dallo sport all’apprendimento delle lingue: più lo fai, più migliori. Non ci sono software di scrittura o di time management che ti fanno migliorare. Ci sei solo tu con la pagina bianca. Penso che una delle condizioni che ti fa scoprire che sei diventato professionista è che la pagina bianca non ti ricordi più neanche come sia fatta. Personalmente penso che non basterebbero tutti gli editori del mondo a pubblicare tutte le idee che ho in testa.

LUCA: A un giovane aspirante autore cosa potrei dire? Niente di furbo, credo. Faccio schifo con i buoni consigli. Quindi alla fine direi il contrario di quello che ha detto Adriano. Gli direi: tieniti da parte un solido piano B, ma finché ne hai la possibilità provaci. Buttati. Chissenefrega, dopotutto cos'hai da perdere - soprattutto se ti diverti? In fondo tutti i professionisti di oggi sono stati delle ragazze e dei ragazzi che alla loro epoca ci hanno provato, giusto?

  • Se poteste chiedere agli spettatori di ascoltare Effetto Eco in un luogo particolare per viverlo al meglio, quale sarebbe? Una stanza buia, una foresta, o magari... un vecchio edificio abbandonato?

ADRIANO: Mah, forse un edificio abbandonato sarebbe un po’ pericoloso, ma probabilmente un ascolto “attento” (a prescindere dalle condizioni di illuminazione) potrebbe dare maggiori soddisfazioni. Provo a rispondere in modo “diagonale” rispetto alla domanda: forse il consiglio è di ascoltarlo due volte. La prima per lasciarsi prendere da trama e affezionarsi ai personaggi, la seconda per apprezzare quanti piccoli dettagli seminiamo sin dal principio, in modo che la serie anche se è fatta a episodi verticali, risulti compatta dal primo all’ultimo minuto.

LUCA: Al buio. A meno che non vi faccia paura, ovvio. Ma sì, direi al buio pesto. Lasciando viaggiare la fantasia. Vi dico questa cosa, il motivo per cui alla fine sono più contento di aver partecipato a questo progetto. Questa è la prima storia su cui ho messo mano che può essere goduta “in purezza” e senza intermediazioni anche da chi non ci vede. Perché per apprezzarla per com'è realizzata non servono un paio d'occhi funzionanti. E questo è fighissimo. Ci tenevo a fare una cosa del genere, prima o poi...

  • Ci sono dei podcast che vi hanno ispirato nella creazione di "Effetto Eco"? Potreste suggerire ai nostri lettori qualche ascolto imperdibile su Audible?

ADRIANO:Come ho risposto a una domanda precedente, tutto quello che ho letto, visto, ascoltato mi ha influenzato nella scrittura. Se vuoi un segreto, per alcune caratteristiche del carattere di Max mi sono ispirato a Luca, e per alcune del carattere di Fausto… mi sono ispirato a me stesso. Forse se gli interpreti ci hanno detto che hanno avvertito i personaggi come “vivi”, questo è uno dei motivi.

Ah, consigli di ascolto… io sono un ascoltatore ossessivo di Audible e penso di avere vinto ogni badge possibile sul mio profilo. Diciamo che tra gli irrinunciabili metterei The Sandman, opera di Dirk Maggs che è un veterano delle audioserie con un’esperienza incredibile, e tra gli audiolibri sicuramente la serie di Jack Reacher interpretata stupendamente da Ruggero Andreozzi. Però appunto su Audible ascolto davvero di tutto, dalla serie di Simenon letta magistralmente da Giuseppe Battiston alle Confessioni di Sant’Agostino lette da Claudio Carini, dai libri di Philip K. Dick, il mio autore di fantascienza preferito (e come non citare Un oscuro scrutare e la trilogia di Valis letti da Francesco Pannofino?) ad Anime baltiche di Jan Brokken letto da Filippo Nigro, dalla saga dei Gentleman Bastard di Scott Lynch letta da Fabrizio Rocchi a The other black girl letta da Fatima Romina Ali… meglio che mi fermi qui. Se dovete fare un solo abbonamento a una piattaforma, insomma, fatelo ad Audible.

LUCA: Ammetto che con le audio-serie non avevo molta dimestichezza prima di cominciare a lavorare a questo progetto. Per fortuna ho potuto seguire i consigli di ascolto di Adriano, che come avete visto qui sopra è ferratissimo. Sandman ha affascinato molto anche me, proprio perché è l'adattamento di un fumetto e questi due media sono come il giorno e la notte, in apparenza. Quindi è interessante vedere come interagiscono uno con l'altro...

Un grazie ad Adriano Barone e grazie a Luca Blengino per aver risposto alle nostre domande. Se ti abbiamo incuriosito, non ti resta che ascoltare tutti gli episodi di Effetto Eco la nuova serie Audible Original interpretata da un cast d'eccezione.

Tags