Molti degli argomenti tabù, quelli che danno fastidio, dei quali è meglio non parlare, nella nostra società riguardano purtroppo ancora le donne; non si tratta solo di violenza domestica, ma anche di tematiche più “quotidiane”, come il sessismo, l’influenza del patriarcato, i diversi risvolti della maternità e della non maternità, il transito di genere… è proprio dalla volontà di dare visibilità, con rispetto e comprensione, a tutti questi temi che nasce la serie L’ombra delle donne, 12 episodi poi diventati 24 con la seconda stagione che affrontano appunto le diverse “ombre delle donne”.
Ci siamo fatti raccontare dall’autrice del podcast, Grazia De Sensi, qualcosa di più su questa produzione, che ha ricevuto un’ottima accoglienza dagli utenti Audible.
Grazia, comincia se ti va raccontandoci un po’ il tuo background, come è nata l’idea de L’ombra delle donne e poi materialmente come è diventata un podcast, perché dietro questo progetto c’è una storia piuttosto interessante.
Lavoro da tanti anni nel settore dell’editoria digitale; nel 2018 ho avuto un momento di crisi personale e ho deciso di lasciare l’azienda dove ero impiegata, è stato quello il momento in cui mi sono messa in ascolto, non subito dei podcast ma principalmente di me stessa. Mi sono un po’ rimessa in gioco e ho iniziato ad esplorare cose diverse, altri strumenti per la narrazione che era ed è il mio ambito. In quel periodo ho frequentato un Master della Business School de Il sole 24 ore e Radio 24, e uno degli sponsor era proprio Audible, che mi ha aperto una fantastica finestra su un nuovo modo di narrare.
La prima storia de L’ombra delle donne è arrivata proprio durante quel percorso di formazione. Ho iniziato ad operare un ascolto diverso delle persone che mi stavano accanto e mi sono imbattuta nella storia di Adele, che era un mio contatto professionale; è stato durante una telefonata di lavoro con lei che è partito l’ascolto nuovo, l’attenzione alle increspature della voce… quando infatti dopo il dovere siamo passate alle tipiche domande di rito sulle vacanze, ho capito che c’era qualcos’altro da esplorare. Allora le ho chiesto appuntamento per un caffè e poter parlare anche di cose diverse dal lavoro.
In questo modo è nato L'ombra delle donne, ascoltando questa prima storia che mi ha colpito tanto, perché era la storia di una persona che credevo di conoscere e invece non era così. Da lei è iniziato un percorso di esplorazione delle ombre delle donne, che non riguardano solo fatti eclatanti come le violenze, ma anche la malattia, il lutto, il rapporto con la religione, il transito di genere, l’essere mamma, l’affrontare malattie mentali… Nelle due stagioni de L’ombra delle donne ci sono 24 storie che vale la pena ascoltare, non solo se sei donna ma anche se sei uomo. Mi sono arrivati tanti commenti di uomini che dicevano che ascoltando le puntate erano riusciti a capire meglio le persone che si raccontavano e che la loro visione su quei temi si era allargata grazie alle testimonianze.
Proprio continuando sul discorso dei temi affrontati, durante l’incontro che hai tenuto presso il Salone del Libro 2022 con gli utenti Audible, raccontavi come gli argomenti della stagione 1 e 2 del podcast siano quasi complementari. Come li hai scelti? Sono storie che hai cercato tu o sono i temi che hanno trovato te? Perché parli di questioni tabù nella nostra società, che di solito si nascondono sotto il tappeto…
Idealmente avevo scritto un piano editoriale per la serie; però poi quando ti approcci ad una storia e ti metti in ascolto della vita di una donna, ti rendi conto che non c'è solo quell’attimo lì, quello della difficoltà, ma che devi comprendere e immergerti nella vita intera, senza la pretesa di insegnare, aiutare ma solo rispettare l’altra persona. È così che accade che i temi diventano delle altre cose. Non decido a priori di esplorare, per esempio, la questione dei disturbi alimentari, ma prima incontro la donna protagonista e insieme troviamo il modo di parlarne.
Ho detto che i temi della serie sono complementari perché appartengono l’uno all’altro e a chiunque li ascolti. Anche se ascolti un tema che non ti tocca personalmente, lo senti comunque tuo, c'è comprensione, e questa era la sfida che volevo vincere: far entrare il pubblico in sorellanza con donne che non si conoscono, dando spazio a quella connessione permanente alla base delle nostre vite. Spero che il mondo del podcasting si occupi sempre di più del raccontare le donne, che non è che non si raccontino perché non ne hanno il coraggio (ce l’hanno nel loro dna!), ma accettano di mostrarsi solo se dall’altra parte c'è qualcuno che ascolta in maniera compassionevole. Dobbiamo essere pronti a questo, e forse il podcasting può porsi come un nuovo modo di mettersi vicina all’altra.
Volevo chiudere con una domanda proprio sul mezzo podcast; negli ultimi anni alcuni temi “caldi” - il femminismo per dirne uno - hanno vissuto una nuova stagione di popolarità grazie al mezzo podcast, forse più pop e più semplice da approcciare. Ti sembra che ci sia davvero un cambiamento reale, positivo rispetto a quanto questi temi possano diventare più diffusi e approcciabili?
Sì. Prima mi hai chiesto dei tabù, dei panni sporchi. Bisogna iniziare a nutrire questa coscienza collettiva, non devono esistere piu i tabù, soprattutto quelli legati alle discriminazioni di genere. Per raggiungere questo obiettivo credo davvero che il podcasting stia avendo un ruolo importante; ti parlo della mia esperienza, del mio piccolo focus group di 24 donne, e ti dico che nei podcast hanno veramente trovato uno strumento di espressione adatto a raccontare questi temi.
Non c'è soltanto il discorso della possibilità di essere anonime, ma c’è anche l’ascolto, il concentrarsi esclusivamente sulla voce. E la voce arriva dall’anima, la voce dà autenticità, ci permette di svelarci, dire, raccontare. Il podcasting ha anche il grande vantaggio che non è interrotto dalla pubblicità, e questo dà la possibilità di fare uscire fuori le parole proprio come flusso di coscienza. La voce ti mette in contatto davvero con te stesso e con l’altro, è così che generi il rispetto e l’attenzione; tutti cercano di avere l’attenzione del consumatore, mentre nel podcasting l’attenzione è dell’essere umano.
Nel podcasting inoltre non c’è networking, c’è la comunità, l'identità di riti, valori, simboli. Questo mezzo ha un ruolo sociale, almeno in questa nicchia, che è importante incentivare, divulgare andando nelle scuole; il podcast infatti è uno strumento che dai giovani viene preferito rispetto ad altri e quindi è fondamentale nutrire la cultura dell’ascolto fin dalla tenera età. Una cultura che fa bene a tutti e a tutto, non solo al business!
Se vuoi continuare ad esplorare le vite delle donne, leggi anche il nostro articolo dedicato alle storie di donne eccezionali da ascoltare su Audible.