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Libri “dialettali” da ascoltare su Audible

Libri “dialettali” da ascoltare su Audible

In Italia, il dialetto è una componente fondamentale del patrimonio culturale del Paese. Con decine e decine di varianti regionali, i dialetti non rappresentano solo una modalità espressiva, ma anche la storia, la tradizione e l'identità di intere comunità. Ogni dialetto è una testimonianza unica di una cultura locale, con le sue peculiarità linguistiche che vanno ben oltre il semplice suono delle parole. Preservare e tramandare questi dialetti alle nuove generazioni è fondamentale per evitare che queste sfumature locali, così importanti per comprendere la varietà e la ricchezza della nostra cultura, vadano perdute.

Tra i dialetti più conosciuti in Italia ci sono il napoletano, il siciliano, il veneto, il romanesco e il milanese. Ognuno di questi ha contribuito in modo significativo alla formazione dell'identità culturale delle rispettive regioni. Esistono, inoltre, dialetti più strani o minoritari, come il ladino delle Dolomiti o il franco-provenzale, parlato in alcune aree del Piemonte e della Valle d'Aosta, che rappresentano vere e proprie rarità linguistiche.

L'uso del dialetto nei libri è un valore aggiunto che, se utilizzato con maestria, arricchisce la narrazione e dona profondità alla storia. In molte opere della letteratura italiana, l'uso del dialetto è diventato il tratto distintivo di personaggi indimenticabili o ha contribuito a connotare in maniera inequivocabile lo sfondo in cui si svolgono le vicende.

Ecco alcuni libri nei quali si fa un brillante uso del dialetto.

Libri nei quali si utilizza il dialetto

I Malavoglia

I Malavoglia di Giovanni Verga è uno dei capolavori del Verismo italiano, un movimento letterario che mirava a rappresentare la vita quotidiana in modo realistico, spesso concentrandosi sulle classi più umili. Nel romanzo, Verga utilizza una "fusione" tra il dialetto siciliano e l'italiano del XIX secolo, arricchendo la narrazione con proverbi e detti siciliani, che contribuiscono a dare autenticità ai personaggi e all'ambiente.

I Malavoglia

Per menare il remo bisogna che le cinque dita s'aiutino l'un l'altro. (Padron 'Ntoni). 

Ragazzi di vita

Pier Paolo Pasolini è un altro esempio eccellente. In questo libro, l'autore utilizza il dialetto romanesco per dare voce ai personaggi delle borgate romane. Pasolini impiega il dialetto per far emergere le personalità dei protagonisti, mentre la voce narrante mantiene un italiano standard. Questa scelta stilistica permette al lettore di immergersi completamente nel mondo descritto, rendendo il dialetto uno strumento narrativo potentissimo.

Ragazzi di vita

La vita ti sorride, sì?”

- “Come no”, fece non meno paragulo il Riccetto.

Era così sicuro di sé e così allegro, che Alvaro lo riguardò con un certo interesse.

- “Che fate oggi?” Fece del resto il Riccetto stesso.

- “Boh” fece Alvaro, prendendo tempo, con espressione da una parte stanca, dall’altra allusiva e misteriosa.

- “Che, se n’annamo a Ostia? Fece il Riccetto, "oggi sto ingranato”.

- “Eh” fece spostando su e giù tutti gli ossacci della sua faccia Alvaro. “C’avrai du piotte, c’avrai.


L’amica geniale

L'amica geniale di Elena Ferrante utilizza il dialetto napoletano in modo selettivo, ma efficace. Pur non essendo la lingua dominante dei dialoghi, il dialetto emerge nelle esclamazioni, nei soprannomi e negli insulti, rendendo i personaggi più realistici e connotando il contesto sociale in cui vivono.

L'amica geniale

Andammo via mentre sentivo Lila che diceva indignata a Enzo, in dialetto strettissimo: «M’ha toccata, hai visto? A me, chillu strunz. Meno male che non c’era Rino. Se lo fa un’altra volta è morto».

Benvenuti in casa Esposito

Benvenuti in casa Esposito di Pino Imperatore sfrutta il dialetto napoletano per dare vita a dialoghi vivaci e autentici, che caratterizzano in modo unico i personaggi del libro. Il dialetto diventa qui un veicolo per l'umorismo e la satira, contribuendo a rendere la narrazione più vivace e coinvolgente.

Benvenuti in casa Esposito

Tonino si piegò verso di lei e le sussurrò: “Patty sei la più bella fra tutte le belle”.

“Grazie, amò, tu sì ‘o core mio” rispose Patrizia. E stampò  sulla guancia del consorte un cerchio di rossetto color prugna.

Tonino ebbe un fremito. S’era scervellato per l’intero pomeriggio alla ricerca di una frase unica, originale. Ora l’aveva pronunciata, con successo. La cena di San Silvestro poteva avere inizio. Con la famiglia al gran completo.

Il treno dei bambini

Il treno dei bambini di Viola Ardone è ambientato nella Napoli del dopoguerra e utilizza il dialetto napoletano per dare voce ai sentimenti e alle paure del giovane protagonista. Il dialetto entra nella lingua del romanzo come elemento strutturante, aiutando a ricostruire con precisione il contesto storico e sociale.

Il treno dei bambini

‘A ricotta… ‘A ricotta. Mariuccia mi viene a svegliare gridando. – Amerigo! Amerì… Scètati, ci sta pieno di ricotta a terra. Per la strada, sopra agli alberi, sopra alle montagne! Piove ricotta! La notte è finita e dal finestrino arriva un po’ di sole. – Mariù, ma quale provola e ricotta? È la neve.

Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio


Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Amara Lakhous è un romanzo in cui la polifonia dialettale diventa uno strumento narrativo essenziale. Lakhous mescola dialetti diversi per rappresentare la multiculturalità di Roma e le dinamiche di convivenza tra culture diverse.

Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio

Ma poi chi è italiano? Chi è nato in Italia, ha passaporto italiano, carta d’identità, conosce bene la lingua, porta un nome italiano e risiede in Italia? Come vedete la questione è molto complessa.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Infine, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda è un esempio straordinario di come il dialetto possa essere integrato in un'opera letteraria per arricchire la trama e caratterizzare i personaggi. Gadda utilizza una molteplicità di dialetti, tra cui il romanesco, il napoletano e il veneziano, creando un mosaico linguistico che riflette la complessità della società italiana dell'epoca.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

La porca, la porca! Ciavemo la porchetta, signori! la bella porca de l'Ariccia co un bosco de rosmarino in de la panza!" ... "Uno e novanta l'etto, la porca!" ... ""Chi prova ciariprova, er guadambio è tutto vostro. La bella porca de li Castelli! L'emo portata a balia a la macchia: a la macchia de Galloro, l'emo portata, a mmagnà la ghiandola de l'imperatore Calìgula! la ghiandola der principe Colonna! Der gran principe de Marino e d'Albano!

Il dialetto nei libri è una vera e propria risorsa narrativa che arricchisce la lingua, conferisce autenticità ai personaggi e rende più profonda l’ambientazione. Amplificato dall’abilità dei narratori, che riescono a dare ancora più espressività e credibilità a situazioni e protagonisti, il dialetto ti aiuterà ad immergerti completamente nelle storie raccontate. 

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