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Giustizia in crisi (salvo intese)
- Leggi, giudici, processi e carcere di fronte alla pandemia
- Letto da: Fabrizio Odetto
- Durata: 4 ore e 22 min
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Sintesi dell'editore
La magistratura può risalire la china soltanto e soprattutto con la cultura, prima ancora che con le leggi; ritornando a ragionare di una cultura della legalità sostanziale, della reputazione, della responsabilità.
In questo lungo periodo di "detenzione forzata", a causa dell'epidemia da coronavirus, molto di quel che davamo per scontato si è dimostrato, alla prova dei fatti, quanto mai fragile e pericolante. La giustizia, con tutto il suo portato di esperienze, non ha fatto eccezione. Il virus non ha provocato, ma enfatizzato una crisi già in atto e che investe la legge, la figura del giudice, il processo e la questione della pena: non solo serpeggia un senso di sfiducia nei confronti della giustizia e in chi la amministra, ma lo scontro fra politica e magistratura si fa sempre più acceso, producendo i ben noti cortocircuiti che hanno popolato le pagine dei giornali in tempi recenti.
In questa riflessione, acuta e oggi più che mai attuale, l'ex presidente della Corte costituzionale pone al centro del dibattito il rispetto della legge fondamentale dello stato e il recupero di una tradizione legislativa e culturale capace di riportare l'attenzione sui grandi temi - dalla riforma del Csm alla ragionevole durata del processo, per dirne solo un paio - che giocoforza devono tornare ad alimentare un dibattito all'interno della comunità degli addetti ai lavori e in seno al Parlamento.
Ma non solo: quello della crisi della giustizia è un problema che investe la società tutta e risolverlo è non solo impellente, ma necessario: per questo, oggi, bisogna trovare le parole giuste per affrontare la questione, come fa Giovanni Maria Flick in questo saggio lucido, diretto, che non ostenta e non fa giri di parole.