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Il racconto del pellegrino

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Il racconto del pellegrino

Di: Ignazio di Loyola
Letto da: Silvia Cecchini
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A proposito di questo titolo

Ignazio di Loyola detta la sua autobiografia in terza persona, negli ultimi anni della sua vita, ripercorrendo le tappe del suo percorso spirituale dopo la sua conversione, perseguitato e mai stanco di esserlo, con l'obiettivo costante di aiutare le anime che lo portano ad allontanarsi dai luoghi in cui gli viene proibito.

La prosa asciutta e aderente ai fatti concreti trasmette l'umiltà con cui il grande santo pensa ai fatti straordinari della sua vita spirituale.

©1912 public domain (P)2018 Silvia Cecchini
Religioso

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Ottimo

Buona lettura. Si tratta dell'autobiografia di sant'Ignazio di Loyola. Contenuto buono, ma non è sufficiente per conoscere tutta la sua vita.

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Di scarso interesse

Una biografia sbrigativa che non approfondisce temi spirituali, non aiuta a capire la vita di Ignazio se non la sua protervia e il suo voler sempre mettere alla prova Dio. Non mi ha colpito.

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grande combattente una vita in cammino verso Dio

se vuoi conoscere qualcosa di questo grande santo fondatore del glorioso ordine dei Gesuiti, può essere un libro molto interessante. Vedere un uomo, un guerriero, già con un grande carisma ancora prima della conversione, che dopo un incidente che quasi lo uccise, cambia vita. Toccando con mano la fine della prioria vita cambi radicalmente i parametri a cui ancorava la propria esistenza. La quasi morte è stata per lui in realtà una rinascita. Rimarrà zoppo ma conquisterà Dio e diventerà uno dei suoi più grandi combattenti.

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unico

un testo, per chi apprezza la vita dei santi e ne ricerca in essa giovamento

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il pellegrino

mi è piaciuto e si legge piacevolmente. Da spunti di riflessione. la lettura troppo spedita peccato.

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Martire per chi? Ama gli altri come te stesso?

Una questione di fondamentale importanza la quale fa capire esattamente che tempi bui hanno segnato la formazione di santi della chiesa cattolica.
Noi sul calendario abbiamo come santi tutti coloro che facevano penitenze, martoriavano le loro membra per aver visioni superiori, che venivano loro date dalla parvenza degli stati mentali che il corpo faceva avere mediante la tortura dei corsi stessi.
quando in verità le parole di Gesù erano ama gli altri Boone te stesso… come fai ad amare un altro se tu per primo ti fustighi? Il problema è che trequarti dei santi che sono considerati tali sono in queste condizioni di mancato amore per sé, tutti quanti per fare piacere a Dio cercavano rifugio nella sofferenza.
Qui però sorge un problema teologico e di compenetrazione del messaggio di Gesù, se Ama l'altro come te stesso era valido anche per Lui, il sacrificio da Egli compiuto risulta in antitesi col suo insegnamento ama l'altro come te stesso; quindi Egli sapendo che avrebbe rischiato la vita consegnandosi alle guardie, Gesù ha fatto un auto volitivo, non troppo in linea con il padre che sta nei cieli, perché questo avrebbe portato gli uomini a ricercare la sofferenza ad ogni costo per avere quelle visioni che solo il martirio del proprio corpo può dare. Infatti Dio doveva essere cosi incazzato con Gesù che sulla croce non gli rivolse la parola, tanto che Gesù pronunciò le ultime parole prima di spirare: Abbà, Abbà perché mi hai abbandonato…
Gesù non era stato abbandonato, solo che prima quando passò la notte nell'orto degli ulivi al posto che sudare sangue avrebbe dovuto scappare per mettersi in salvo cosicché tutti gli umani avrebbero avuto come messaggio la vita e lo spacco matto ai potenti che lo volevano morto… alla fine era lo stesso motivo per cui Socrate quasi quattrocento anni prima di Cristo anche Lui uomo infinitamente saggio bevve la cicuta e morì perché era stato condannato per empietà e la corruzione dei giovani, nella realtà Lui al pari di Cristo fu condannato perché era scomodo ai vertici della giustizia. Ma quindi è un destino terreno che tutti coloro hanno un messaggio di verità debbano finire a questo modo?
Quindi ora proviamo a pensare come sarebbe stato il mondo se queste due Figure altissime non avessero accettato la loro fine ma avessero amato veramente il mondo e gli uomini, quindi in qualche misura avessero continuato a portare la Luce a tutti gli esseri umani…
Non capisco l'insensatezza del voler amare le regole piú che sé stessi.
Questo l'errore che causerà nell' uomo l'osservanza cieca delle regole, anche quando le regole sono ingiuste… È intanto l'umanità ha brancolato nel buio per tutti questi millenni…
Ama l'altro come te stesso è anche entrare in empatia totale con il proprio sentire, in questo caso l'altro possiamo essere sempre noi stessi se dividiamo il corpo dall'anima e dallo spirito, quell'altro possiamo essere sempre Noi…in tre parti distinte, dipende da quale angolazione scegliamo di vedere…
Se rapportiamo quel sentire di un tempo ad oggi e dovessimo riscrivere la storia dei Santi, probabilmente resterebbero molto pochi nel calendario… visto che la maggioranza di essi si autoflagellavano, quindi se amavano gli altri come loro stessi è ovvio che tutti erano propensi ad offendere sé stessi con strumenti, pensieri e atti deplorevoli...

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3 persone l'hanno trovata utile

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non quello che speravo

La storia comincia e si interrompe in modo brusco, ed e' una cronaca, senza molto altro.
L'ascolto e' stato noioso, senza emozione ne' coinvolgimento.
Peccato

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