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La cattiva terra
- Letto da: Ivan Olivieri
- Durata: 8 ore e 19 min
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Sintesi dell'editore
Valgono una fortuna, i rifiuti. Sono il nuovo oro. E così, in una gelida mattina di febbraio del 1987, il maresciallo dei carabinieri Giovanni Piconese e il brigadiere Giacomo Zanella si ritrovano al valico di Priabona, nell’Alto Vicentino, a indagare sull’omicidio di un camionista che trasportava rifiuti tossici.
Per dipanare un intrigo che assomiglia a un gioco di specchi c’è bisogno della testa fine di Piconese, un Maigret di provincia con la sigaretta al posto della pipa, la medesima attitudine a comprendere l’altrui psicologia e una moglie e quattro figli che lo aspettano a casa.
Le cose, però, si complicano subito per Zanella. “Cintura nera” di storia locale, profondamente legato alla sua terra, il brigadiere deve partire in fretta e furia per il Mezzogiorno. L’inchiesta lo esige, c’è una pista da seguire. E allora l’atmosfera incantata delle Prealpi, i cui abitanti – i cosiddetti Cimbri – parlano un arcano dialetto e sono di origine tedesca, cede al Salento arso dal sole e battuto dal vento. Pure lì le radici della gente rimandano ad altri luoghi, di là dal mare, ma anche lì il marcio è quello di sempre, che cova ovunque nella stessa maniera. Per un attimo il Nordest sembra rispecchiarsi nel Sudest.
Ma è già tempo di ripartire e tornare a Settentrione. Che c’entrano i fantasmi degli antichi briganti, ribelli alla Serenissima Repubblica di Venezia, con un’oscura organizzazione che smaltisce rifiuti illegalmente?
Autore di popolari romanzi ambientati nel Triveneto, Umberto Matino narra delle identità che nascono a cavallo di confini evanescenti e si nutrono dell’intrecciarsi di culture diverse. La cattiva terra racconta una delle tante facce del Nordest locomotiva d’Italia, culla di patrie vere e fasulle, e di una leva di “imprenditori” che ha un solo credo: i schei.