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La città delle navi

Di: China Miéville
Letto da: Thomas Centaro
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Sintesi dell'editore

In fuga da New Crobuzon, dove amici e conoscenti di Isaac Dan der Grimnebulin vengono rastrellati dalla milizia, Bellis Coldwine, ex fidanzata dello scienziato rinnegato, si imbarca per Nova Esperium, intenzionata a vivere in quella colonia di frontiera finché la situazione nella metropoli non si sarà risolta.

Ma la sua nave viene assaltata dai pirati, gli ufficiali al comando vengono uccisi e i passeggeri, inclusi i prigionieri Rifatti, liberati e accolti come membri paritari della comunità corsara, vengono portati ad Armada, una città galleggiante fatta di imbarcazioni sequestrate e riadattate dagli abitanti. A tutti vengono offerti lavoro e alloggio, in quella strana città che accoglie chiunque ma che per motivi di sicurezza è impossibile lasciare. Perché Armada non è quello che sembra.

Chi ne determina le sorti sta per precipitare la città in un'impresa titanica quanto velleitaria, che rischia di minacciarne la stessa sopravvivenza. Tra i prigionieri aleggia la paura: qualcuno di loro sa ciò che gli altri neanche osano immaginare, e nasconde segreti che forse è meglio non svelare.

©2017 Sergio Fanucci Communications Srl. Tradotto da Elisa Villa (P)2020 Audible Studios

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Il Bas Lag è un mondo meravigliosamente fantasioso

Nonostante non ami granché lo stile un po' piatto, Mieville ha un inventiva da paura, razze, culture e magie ben armonizzate. Per gusto mio non riesco ad affezionarmi granché ai suoi personaggi.

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Pesantezza

Pesante come una città formata da imbarcazioni marcite e assemblate malamente. Pesante come una cozzaglia di ingredienti buttati a caso in un frullatore.

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New Crobuzon o Armada? Un bel dilemma!

Per tutto il tempo ho continuato a ripetermi: “ok, però Perdido è di un’altra categoria.” A conti fatti, sì, forse Perdido mi è piaciuto di più ma è difficile dire se sia effettivamente migliore o se abbia beneficiato del semplice fatto di essere il primo libro della serie, quello in cui si vedono per la prima volta i garuda e le cactacee e le keppri e i rifatti e tutto l’universo di stranezza e genialità di Miéville.
Ho forse preferito Perdido (forse, solo forse!), ma sbagliavo: La città delle navi gioca nello stesso campionato ed è lì a dar battaglia per il primato. Lo fa ampliando ancora di più il ventaglio di creature, creando un’ambientazione cittadina che rivaleggia con Perdido in quanto a fascino e in qualche caso le è addirittura superiore, ma soprattutto lo fa con una trama che si articola su più livelli, alcuni con un arco narrativo breve e altri che durano per tutto il romanzo, una trama che non si perde mai nelle sue ramificazioni e che, tutto sommato, è di una semplicità disarmante seppure nella sua complessità strutturale.
E allora chi se ne importa se la protagonista è odiosa (perché poi consideriamo Bellis la protagonista? È un romanzo corale, i protagonisti sono tutti i personaggi) e vorresti buttarla in mare dopo tre pagine in croce: non è per lei che vale la pena leggere il romanzo, è per tutto il resto, di cui lei comunque fa parte.

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Libro interessante, lettura pessima

La lettura piatta, a tratti lagnosa e spesso errata negli accenti e nel legare le parole impedisce una fruizione fluida. Non riesco quasi a determinare la qualità del libro, data la difficoltà nel dover rielaborare mentalmente molte delle frasi storpiate (soggetti e verbi non legati ai complementi, incisi saltati, mancanza di pause tra i paragrafi, mancanza di cambio intonazione per i diversi personaggi e mancanza di tensione narrativa). Probabilmente il libro è avvincente, dal momento che sono arrivata alla fine, ma è stato un viaggio faticoso.
Mi dispiace che sia stato questo il mio primo approccio a Miéville, perché passerà del tempo prima che mi torni la voglia di prendere in mano un suo libro.

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