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La pioggia gialla
- Letto da: Stefano Thermes
- Durata: 2 ore e 59 min
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Sintesi dell'editore
"Uno strano brusio mi fece svegliare di soprassalto. Era una notte fredda e la pioggia gialla oscurava la finestra. All'inizio pensai che fosse il vento. Ma mi stavo sbagliando. Proveniva da un punto imprecisato della casa. Era un mormorio di voci, di parole vicine."
Non è rimasto nessuno ad Ainielle. Se ne sono andati gli uomini e le donne, i pastori e i contadini, i giovani, i vecchi, gli animali. Rimangono i serpenti, nascosti sotto le rovine delle case. E rimane Andrés.
Erano lui e sua moglie, prima, poi Sabina si è impiccata nel mulino abbandonato e ora, a fargli compagnia, non rimane che una cagna macilenta. Anche i villaggi vicini si stanno svuotando, dissanguati dalla guerra e da un progresso senza nome e senza pietà.
Ma Andrés non ha intenzione di andarsene, nemmeno quando la pioggia gialla del tempo comincia a cadere e i fantasmi dei suoi morti tornano a visitarlo.
Romanzo più per convenzione editoriale che per essenza, perché la sua natura è più vicina all'elegia e alla trenodia, di cui riprende l'ossessione per le anafore e le ripetizioni, La pioggia gialla è - nelle parole di Andrea Gentile, dalla postfazione che chiude il libro - romanzo della pura morte, poiché tutto, nella vicenda di Andrés, è fine, ma anche romanzo della pura vita, perché è il suo respiro, costante, affannato, a imprimere alle pagine il ritmo slavinante di un postremo testamento che è, insieme, un inno all'umana resistenza.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Uccello Fantasma
- 31/05/2021
un canto di morte
Davvero molto bello ma dolorosissimo, pervaso da un'atmosfera di attesa della morte. A narrare è un uomo, unico rimasto a vivere in un paesino sui Pirenei negli anni 60, del lento disfacimento del paese intorno a lui. Lo consiglio ma attenzione che è impegnativo emotivamente! Talmente bello che credo acquisterò la copia cartacea per poterlo rileggere a pezzi.
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