Lenz: Racconto di una follia
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Letto da:
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Fabio Farnè
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Di:
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Georg Büchner
A proposito di questo titolo
Leggendo questa storia estrema, questa esistenza di febbre, la follia assume consistenza fisica. Sembra quasi di poterla toccare. Toccare la follia ci atterrisce, perché ci spalanca l'universo vuoto sotto di noi.La comprensione di quanto sia vano il gioco estetico del consumismo della follia, la rete elettrica circolante nel sistema nervoso centrale di questi tempi estemporanei è un effetto inevitabile, una sorta d’illuminazione che folgora la lettura.La follia di Lenz è, prima di tutto (prima ancora di essere conoscenza), sofferenza. Solo chi soffre o ha sofferto la follia può comprendere “l’orrida voce che chiamano silenzio” picchiarti nella testa.Leggendo le pagine di Georg Büchner o di Antonin Artaud il grido bruciante di questa sofferenza ci urla nell’anima. Il paradosso è che questo grido inaccettabile spalanca nello stesso istante universi d'inimmaginabile bellezza.A questi uomini e donne che hanno vissuto e vivono l’apocalisse nella testa è stato assegnato il compito di farci intravedere l’universo in tutta la sua pienezza.Ogni parola di Büchner è un portale su un nuovo universo.Non è più letteratura: è cosmogonia.
Public Domain (P)2014 Area51 Publishing