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L'invenzione dell'Occidente
- Letto da: Alessandro Vanoli
- Durata: 9 ore e 4 min
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Sintesi dell'editore
Nel 1494, solo due anni dopo la "scoperta dell’America", a Tordesillas, una piccola località della Castiglia, veniva firmato un trattato tra Spagna e Portogallo che divideva il mondo in due e inventava l’Occidente come spazio, comunità e cultura. Mai nessuno si sarebbe potuto aspettare che una semplice firma avesse conseguenze così gigantesche e durature. Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee (all’inizio spagnoli e portoghesi in testa) spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l’oceano e così facendo trasformarono l’idea che esse avevano dell’Ovest: quella che era una direzione divenne poco alla volta uno spazio pensabile. È perciò una storia di grandi navigatori e di dibattiti violenti tra geografi, una storia di sfide e di esplorazioni che solcarono l’ignoto. Ma è anche la storia dei dibattiti culturali che ne seguirono e che inventarono e definirono quell’Occidente che prima mancava dalle mappe. E il punto di arrivo di questa storia siamo noi. In un momento in cui tutto questo appare ormai largamente messo in discussione, forse vale la pena riprendere il discorso da capo e chiedersi come si sia giunti alla nostra idea di Occidente. Come una direzione geografica ha fatto nascere e maturare un’idea di appartenenza. Quel che non possiamo fare è darlo per scontato. Pensare che noi si sia davvero da sempre così, che la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civilizzazione corrispondano da sempre a quello spazio indistinto con i piedi in Europa e la testa nell’Atlantico: quell’Occidente che in questo secolo faticoso appare sempre più difficile da stringere nelle nostre idee e nelle nostre mappe.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Tropy_73
- 05/09/2024
Una storia intrisa di geografia
L’autore sviluppa concetti molto interessanti e a volte innovativi, mischiando geografia storia cultura e mentalità in maniera magistrale. Il tutto condito da una lettura molto molto molto bella.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Nicola
- 22/07/2024
Prolisso e dispersivo
Per i miei gusti è decisamente uno stile troppo prolisso. Nella storia dell'occidente ripetere ognuno dei venti, con nome greco, latino e breve storia sul nome, e farlo più volte, anche no. Non è quello che cerco in libro che parli della storia dell'occidente. Tutte le nozioni contenute sarebbero potute probabilmente stare in meno della metà delle parole usate. Per me, se uno cerca un testo per conoscere l'idea di occidente, questo non è un libro consigliabile.
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