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Passaporti
- Un viaggio esoterico
- Letto da: Nicola Stravalaci
- Durata: 4 ore e 35 min
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Sintesi dell'editore
"Il viaggiatore vide città che esistevano identiche duemilatrecento anni avanti che lui passasse. Era vestito di bianco e calzava sandali: era forse quella l'unica misura per rispettare un luogo. Riempiva il taccuino di impressioni. Al ritorno si accorse che le pagine erano completamente bianche, come se la sua scrittura fosse scivolata via."
Non meno aeree e trasognate dei luoghi fantastici creati da Swift o Rabelais, le città visitate in questo viaggio esoterico hanno sembianze reali, nomi consueti, segni tracciati su mappe e segnavia. A ricrearle sulla pagina è un instancabile flâneur, uno scrittore che serpeggia fra i vicoli algerini e nella casba dei carruggi genovesi, che solleva lo sguardo sulla Prospettiva Nevskij o sprofonda nei bassifondi di Parigi, ancora infestati da spettri fin de siècle.
Simili a una seduta spiritica, le sue peregrinazioni ridanno corpo a fantasmi letterari, permettendoci di incontrare Puškin nei caffè di San Pietroburgo poco prima della morte in duello, di incrociare Joyce, sbertucciato e ubriaco, mentre vaga nelle stradine di Città Vecchia a Trieste, o di ritrovare le tracce di Rimbaud in fuga fra le capanne bianche di Harar, così simili ad arnie popolate da api. Passaporti è un libro ramingo, un libro di viaggi, un romanzo dello sguardo in cammino. Fra parola e immagine, fra tempo scritto e tempo vissuto, Giuseppe Marcenaro disegna una sensuale geografia di ombre, occulta e avvolgente, in cui rinvenire infiniti passati, tutti a noi contemporanei.
"Giuseppe Marcenaro, dominus indiscusso della prosa spuria e plurale, felicemente non rubricabile, è uno dei più affascinanti scrittori italiani in attività: paragonabile a W.G. Sebald per quella curiosità divagante, per quella disposizione a dialogare coi grandi estinti, per quel commercio tra letteratura e vita."
Massimo Onofri