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Reality

Di: Giuseppe Genna
Letto da: Marco Panzanaro
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Sintesi dell'editore

L'inimmaginabile accade. Da Oriente a Occidente l'epidemia di Covid-19 dilaga come una peste destinata a cambiare la vita umana sul pianeta Terra. Le metropoli si spengono. I supermercati si svuotano. Le strutture del sistema collassano. Metà della popolazione mondiale è reclusa in regime di quarantena.

Giuseppe Genna scivola tra le maglie del lockdown per riempire di parole l'orrore impronunciabile, restituito a malapena dalla numerologia dei morti, opaco agli sguardi che spiano il mondo desolato.

Sfida la notte blindata nelle strade di Milano, Wuhan d'Europa, per indagare i giorni della pestilenza. Accede a luoghi interdetti, penetra nei reparti infetti, nei cimiteri sull'orlo delle fosse comuni, nelle case dove giacciono - insepolte - le salme.

Si incunea nelle stanze del potere e nelle carceri in rivolta, nei poli logistici e nelle residenze per anziani decimate dal virus. Interroga le immagini spettacolari, e indimenticabili, dell'apocalisse: il sonno di un'infermiera che dorme per la stanchezza e il dolore, il procedere lento del convoglio militare che trasporta le bare via da Bergamo, lo sconvolgente rito celebrato dal Papa in una piazza San Pietro deserta.

Attraversa l'età del disastro globale, i gironi di un inferno fisico e spirituale fino a riveder la luce di una speranza incerta. Reality narra ciò che è successo e, come nella Chernobyl di Svjatlana Aleksievic, coglie l'essenza malata di questo tempo. È resoconto di universi che crollano, tragedia classica in epoca contemporanea, diario della contaminazione, coro del disastro. E della salvezza.

©2020 Rizzoli (P)2020 Rizzoli

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Non ci siamo per niente

Dopo aver letto il libro di Genna su Hitler, che mi è piaciuto, mi aspettavo un altro libro piacevole e ben scritto. Ma la delusione è stata immensa, qui ci troviamo di fronte ad un libro completamente sconnesso. Uno sfoggio inutile di frasi non collegate fra di loro con soggetti mai specificati E quindi incomprensibili. Un libro esageratamente pessimista, tutto equivale a un disastro sia prima che dopo l’epidemia del COVID. Tutto difettoso, incongruo, da rifare, drammatico, fatto male. Mi sembra che l’autore non riesca a vedere nulla di buono da nessuna parte. E questo getta nello sconforto il lettore inesperto. È vero che lamentarsi è uno sport nazionale italiano ma non me lo aspetto da un libro che dovrebbe invece esaltare anche le cose che vanno bene. Non discuto la capacità di linguaggio dell’autore, ma le cose devono essere ben collegate e i concetti devono essere facilmente comprensibili. Anch’io potrei essere capace di sproloquiare saltando di palo in frasca e utilizzando termini anche ampollosi per mostrare la mia alta cultura ma questo non è il compito di un libro divulgativo. Gli autori fenomeno da baraccone non li vogliamo. Per concludere dico solamente all’autore per le prossime volte di connettere i significati di utilizzare tutte le componenti dell’analisi logica della frase altrimenti la maggior parte dei lettori smetteranno di seguire le sue opere. Mi dispiace ma il mio giudizio è nettamente e grandemente negativo.

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