Episodi

  • Salmo 23 | Audio in italiano
    Jan 7 2025

    Condividiamo il Salmo 23 in versione audio.

    Testo del Salmo 23


    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Rinfranca l'anima mia,
    mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.
    Anche se vado per una valle oscura,
    non temo alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza.
    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca.
    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni.




    Clicca qui per la playlist Tutti i Salmi

    Mostra di più Mostra meno
    1 min
  • Epifania, con il cuore aperto come i magi
    Dec 31 2024

    La fine delle feste natalizie ha un sapore a metà tra l’allegro e il malinconico, ma per noi cristiani deve essere proprio la gioia dei re magi a prevalere. Quello dei magi è infatti il viaggio di un gruppo di amici alla ricerca, che sanno che Dio li sta aspettando, anche se non sanno perfettamente in che modo li accoglierà.

    A differenza dei discepoli di Emmaus, che non riuscirono a riconoscere il Signore vicino a loro perché erano tristi, i magi sono guidati dalla gioia, hanno il cuore aperto.

    Don Luca Brenna in questa meditazione approfondisce il senso della gioia dei magi.

    Durata: 19 minuti


    Mostra di più Mostra meno
    19 min
  • Admirabile signum, parte 5
    Dec 30 2024

    "Admirabile signum", il mirabile segno, è il titolo di questa lettera apostolica di papa Francesco sul presepe.

    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    9. Quando si avvicina la festa dell’Epifania, si collocano nel presepe le tre statuine dei Re Magi. Osservando la stella, quei saggi e ricchi signori dell’Oriente si erano messi in cammino verso Betlemme per conoscere Gesù, e offrirgli in dono oro, incenso e mirra. Anche questi regali hanno un significato allegorico: l’oro onora la regalità di Gesù; l’incenso la sua divinità; la mirra la sua santa umanità che conoscerà la morte e la sepoltura.

    Guardando questa scena nel presepe siamo chiamati a riflettere sulla responsabilità che ogni cristiano ha di essere evangelizzatore. Ognuno di noi si fa portatore della Bella Notizia presso quanti incontra, testimoniando la gioia di aver incontrato Gesù e il suo amore con concrete azioni di misericordia.

    I Magi insegnano che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo. Sono uomini ricchi, stranieri sapienti, assetati d’infinito, che partono per un lungo e pericoloso viaggio che li porta fino a Betlemme (cfr Mt 2,1-12). Davanti al Re Bambino li pervade una gioia grande. Non si lasciano scandalizzare dalla povertà dell’ambiente; non esitano a mettersi in ginocchio e ad adorarlo. Davanti a Lui comprendono che Dio, come regola con sovrana sapienza il corso degli astri, così guida il corso della storia, abbassando i potenti ed esaltando gli umili. E certamente, tornati nel loro Paese, avranno raccontato questo incontro sorprendente con il Messia, inaugurando il viaggio del Vangelo tra le genti.

    10. Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi.

    Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.

    Clicca qui per leggere il testo completo della lettera apostolica.



    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    Mostra di più Mostra meno
    5 min
  • La neve che prepara i cuori
    Dec 23 2024

    Lettura in italiano dell'editoriale "La neve che prepara i cuori" di don Daniele Mottura in occasione del Natale.

    A ⁠⁠questo link⁠⁠ è possibile leggere il testo.

    Mostra di più Mostra meno
    4 min
  • Admirabile signum, parte 4
    Dec 23 2024

    "Admirabile signum", il mirabile segno, è il titolo di questa lettera apostolica di papa Francesco sul presepe.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    7. Poco alla volta il presepe ci conduce alla grotta, dove troviamo le statuine di Maria e di Giuseppe. Maria è una mamma che contempla il suo bambino e lo mostra a quanti vengono a visitarlo. La sua statuetta fa pensare al grande mistero che ha coinvolto questa ragazza quando Dio ha bussato alla porta del suo cuore immacolato. All’annuncio dell’angelo che le chiedeva di diventare la madre di Dio, Maria rispose con obbedienza piena e totale. Le sue parole: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38), sono per tutti noi la testimonianza di come abbandonarsi nella fede alla volontà di Dio. Con quel “sì” Maria diventava madre del Figlio di Dio senza perdere, anzi consacrando grazie a Lui la sua verginità. Vediamo in lei la Madre di Dio che non tiene il suo Figlio solo per sé, ma a tutti chiede di obbedire alla sua parola e metterla in pratica (cfr Gv 2,5).

    Accanto a Maria, in atteggiamento di proteggere il Bambino e la sua mamma, c’è San Giuseppe. In genere è raffigurato con il bastone in mano, e a volte anche mentre regge una lampada. San Giuseppe svolge un ruolo molto importante nella vita di Gesù e di Maria. Lui è il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia. Quando Dio lo avvertirà della minaccia di Erode, non esiterà a mettersi in viaggio ed emigrare in Egitto (cfr Mt 2,13-15). E una volta passato il pericolo, riporterà la famiglia a Nazareth, dove sarà il primo educatore di Gesù fanciullo e adolescente. Giuseppe portava nel cuore il grande mistero che avvolgeva Gesù e Maria sua sposa, e da uomo giusto si è sempre affidato alla volontà di Dio e l’ha messa in pratica.

    8. Il cuore del presepe comincia a palpitare quando, a Natale, vi deponiamo la statuina di Gesù Bambino. Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque.

    La nascita di un bambino suscita gioia e stupore, perché pone dinanzi al grande mistero della vita. Vedendo brillare gli occhi dei giovani sposi davanti al loro figlio appena nato, comprendiamo i sentimenti di Maria e Giuseppe che guardando il bambino Gesù percepivano la presenza di Dio nella loro vita.

    «La vita infatti si manifestò» (1 Gv 1,2): così l’apostolo Giovanni riassume il mistero dell’Incarnazione. Il presepe ci fa vedere, ci fa toccare questo evento unico e straordinario che ha cambiato il corso della storia, e a partire dal quale anche si ordina la numerazione degli anni, prima e dopo la nascita di Cristo.

    Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita.


    Clicca qui per leggere il testo completo della lettera apostolica.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana

    Mostra di più Mostra meno
    5 min
  • Admirabile signum, parte 3
    Dec 17 2024

    "Admirabile signum", il mirabile segno, è il titolo di questa lettera apostolica di papa Francesco sul presepe.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    5. Quanta emozione dovrebbe accompagnarci mentre collochiamo nel presepe le montagne, i ruscelli, le pecore e i pastori! In questo modo ricordiamo, come avevano preannunciato i profeti, che tutto il creato partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli angeli e la stella cometa sono il segno che noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta e adorare il Signore.

    «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15): così dicono i pastori dopo l’annuncio fatto dagli angeli. È un insegnamento molto bello che ci proviene nella semplicità della descrizione. A differenza di tanta gente intenta a fare mille altre cose, i pastori diventano i primi testimoni dell’essenziale, cioè della salvezza che viene donata. Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione. A Dio che ci viene incontro nel Bambino Gesù, i pastori rispondono mettendosi in cammino verso di Lui, per un incontro di amore e di grato stupore. È proprio questo incontro tra Dio e i suoi figli, grazie a Gesù, a dar vita alla nostra religione, a costituire la sua singolare bellezza, che traspare in modo particolare nel presepe.

    6. Nei nostri presepi siamo soliti mettere tante statuine simboliche. Anzitutto, quelle di mendicanti e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesù Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto. I poveri, anzi, sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi.

    I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che più sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza. Gesù, «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), è nato povero, ha condotto una vita semplice per insegnarci a cogliere l’essenziale e vivere di esso. Dal presepe emerge chiaro il messaggio che non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicità. Il palazzo di Erode è sullo sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di gioia. Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato.

    Spesso i bambini – ma anche gli adulti! – amano aggiungere al presepe altre statuine che sembrano non avere alcuna relazione con i racconti evangelici. Eppure, questa immaginazione intende esprimere che in questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano…: tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.


    Clicca qui per leggere il testo completo della lettera apostolica.


    Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana


    Mostra di più Mostra meno
    5 min
  • Auguri di Natale di mons. Fernando Ocáriz (2024)
    Dec 15 2024

    Lettura in italiano del messaggio scritto dal prelato dell'Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, in occasione del Natale 2024.

    Mostra di più Mostra meno
    4 min
  • Salmo 22 | Audio in italiano
    Dec 12 2024

    Condividiamo il Salmo 22 in versione audio.

    Testo del Salmo 22


    Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
    Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!
    Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;
    di notte, e non c'è tregua per me.
    Eppure tu sei il Santo,
    tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.
    In te confidarono i nostri padri,
    confidarono e tu li liberasti;
    a te gridarono e furono salvati,
    in te confidarono e non rimasero delusi.
    Ma io sono un verme e non un uomo,
    rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente.
    Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
    storcono le labbra, scuotono il capo:
    "Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
    lo porti in salvo, se davvero lo ama!".
    Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo,
    mi hai affidato al seno di mia madre.
    Al mio nascere, a te fui consegnato;
    dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
    Non stare lontano da me,
    perché l'angoscia è vicina e non c'è chi mi aiuti.
    Mi circondano tori numerosi,
    mi accerchiano grossi tori di Basan.
    Spalancano contro di me le loro fauci:
    un leone che sbrana e ruggisce.
    Io sono come acqua versata,
    sono slogate tutte le mie ossa.
    Il mio cuore è come cera,
    si scioglie in mezzo alle mie viscere.
    Arido come un coccio è il mio vigore,
    la mia lingua si è incollata al palato,
    mi deponi su polvere di morte.
    Un branco di cani mi circonda,
    mi accerchia una banda di malfattori;
    hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
    Posso contare tutte le mie ossa.
    Essi stanno a guardare e mi osservano:
    si dividono le mie vesti,
    sulla mia tunica gettano la sorte.
    Ma tu, Signore, non stare lontano,
    mia forza, vieni presto in mio aiuto.
    Libera dalla spada la mia vita,
    dalle zampe del cane l'unico mio bene.
    Salvami dalle fauci del leone
    e dalle corna dei bufali.
    Tu mi hai risposto!
    Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
    ti loderò in mezzo all'assemblea.
    Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
    gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
    lo tema tutta la discendenza d'Israele;
    perché egli non ha disprezzato
    né disdegnato l'afflizione del povero,
    il proprio volto non gli ha nascosto
    ma ha ascoltato il suo grido di aiuto.
    Da te la mia lode nella grande assemblea;
    scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
    I poveri mangeranno e saranno saziati,
    loderanno il Signore quanti lo cercano;
    il vostro cuore viva per sempre!
    Ricorderanno e torneranno al Signore
    tutti i confini della terra;
    davanti a te si prostreranno
    tutte le famiglie dei popoli.
    Perché del Signore è il regno:
    è lui che domina sui popoli!
    A lui solo si prostreranno
    quanti dormono sotto terra,
    davanti a lui si curveranno
    quanti discendono nella polvere;
    ma io vivrò per lui,
    lo servirà la mia discendenza.
    Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
    annunceranno la sua giustizia;
    al popolo che nascerà diranno:
    "Ecco l'opera del Signore!".


    Fonte BibbiaEdu


    Clicca qui per la playlist Tutti i Salmi

    Mostra di più Mostra meno
    4 min