"Al termine della gara di MotoGP a Jerez, dove un Bagnaia in stato di grazia ha tenuto a bada un Marc Marquez quasi perfetto, il dott. Rossi ha così salutato l’amico: - Ciao Pecco, volevo dirti che da oggi sarò in debito con te per tutta la vita, non so se riuscirò a fare qualcosa di bello come hai fatto te oggi- ...".

"Mesi chiusa dentro. A guardare fuori dalle finestre, dove è passato di tutto. Uccellini, cani, tantissimi cani, tantissime automobili, tantissima gente a piedi, tantissima addirittura di corsa. Le macchine per pulire le strade, gli autobus, i monopattini elettrici, le biciclette, cani, cani e ancora cani..."

"Avete presente i Capi Bastardi? Quelli che quando entrano in ufficio qualcuno si fa la pipì addosso dalla paura? Ecco, in quell’ufficio nella periferia di Milano, dove lavoravano una decina di impiegati tristi e sottomessi, c’era un Capo esattamente così..."

"Era seduta lì da più di un’ora, con il braccio steso sulla poltrona, il tatuatore steso sul braccio, la macchinetta a ricamarle la pelle con un pezzo della sua storia. Cominciava ad essere un po’ stanca, la pelle a bruciarle, ma la gioia profonda per la decisione di farsi quel disegno bastava a farle passare tutto quanto..."

"Fu salendo in auto che si rese conto che ciò che si accingeva a fare era un inequivocabile segnale del tempo che passa: era la sera dell’ultimo dell’anno e lei, praticamente in pigiama, stava accompagnando sua figlia - tutta stupendamente acchittata - alla sua prima festa di Capodanno..."

"Ora che è tutto passato, mi manca di già. Mi manca l’alzarmi agitata e aggirarmi nervosa fino a che la gara non è finita, mi mancano le dita incrociate fino a far male e il tenermi le ginocchia con le braccia fino alla fine, mi mancano gli ultimi 5 giri con la faccia nel cuscino a non volerli vedere – salvo tenere un occhio sullo schermo e un orecchio teso alla cronaca per non perdermi nulla..."