Sapevi che i cinque cerchi olimpici rappresentano non solo i cinque continenti, ma anche cinque valori fondamentali? In questo podcast, esploreremo questi valori attraverso storie emozionanti di atleti , momenti memorabili e sfide appassionanti. Preparati ad un viaggio nel cuore delle Olimpiadi, dove sport e valori si incontrano! Secondo EpisodioNadia Comăneci: l’eccellenza fatta persona " Ebbene… eccoci di nuovo insieme per un'altra emozionante avventura olimpica. Oggi parliamo di eccellenza, quel valore fondamentale che spinge ogni atleta a dare il massimo di sé, a superare i propri limiti, a "gettare l'anima oltre l'ostacolo". La storia che sto per raccontarti è la dimostrazione di come l'eccellenza possa spingere gli atleti a dare persino il 10 1%. La protagonista di questo episodio è Nadia Elena Comăneci, una ginnasta rumena che a soli 14 anni ha scritto una pagina memorabile nella storia delle Olimpiadi. Ma andiamo con ordine ..." Nadia nasce il 12 novembre 1961 ad Onesti, un paesino della parte orientale della Romania; a 3 anni comincia a fare ginnastica, mentre a 6 viene notata da Béla Károlyi che la convince ad entrare a far parte della società sportiva che guida insieme alla moglie Marta... Per la giovanissima Comăneci sono anni di durissimi allenamenti: ore e ore sotto il rigido sguardo degli allenatori e una dieta ferrea (si dice che Károlyi imponesse loro una dieta di circa 900 calorie al giorno, nda), Gli allenamenti erano formati da una serie di movimenti da riprovare meticolosamente, da imprimere nella memoria per non lasciare nulla al caso... La stanchezza è tanta, le pressioni di un regime comunista intenzionato a fare delle loro atlete uno “strumento” di propaganda circa la superiorità, anche sportiva, del blocco socialista... ma la passione di Nadia supera ogni ostacolo e imperterrita prosegue negli allenamenti... giorno dopo giorno. I duri allenamenti la conducono a coronare il sogno di qualsiasi atleta, partecipare alle Olimpiadi. Il sogno delle Olimpiadi per Nadia Elena Comaneci si realizza in occasione della XXI edizione dei Giochi, quella del 1976 in programma a Montreal, in Canada. E in terra canadese la ginnasta rumena stupirà il mondo e forse anche sé stessa, rasentando, anzi superando la perfezione... È il 18 luglio 1976 in calendario olimpico c’è in programma la finale delle parallele asimmetriche... L’esecuzione della Comăneci è perfetta: unico “neo”, se proprio lo si vuole trovare, è in quel saltello fatto una volta aver toccato terra al termine dell’esercizio... Ma i giudici non hanno dubbi: quell’esecuzione è l’emblema dell’eccellenza: è 10 anche se i computer, programmati per registrare votazioni fino al 9.99, segnano soltanto un bugiardo 1.0... un modo per far capire al pubblico e a chi segue da casa che in realtà è un vero 10... L’esecuzione di Nadia è l’emblema della perfezione dell’eccellenza... una perfezione che in quei Giochi Nadia Comaneci raggiunge per altre cinque volte, conquistando, oltre all’oro delle parallele asimmetriche anche quello nel concorso generale individuale e nella trave... ai quali si aggiunge l’argento nel concorso a squadre... Ma cosa prova, Nadia, prima di raggiungere l’eccellenza? «Le parallele sono lì, davanti ai miei occhi... sono concentrata, pronta a dare il massimo per il mio paese, i miei allenatori, i miei genitori e per me stessa... pronta a dare un senso a quei giorni di duri allenamenti, di fatica e di lacrime... il mio allenatore mi solleva, afferro con sicurezza la parallela... incomincio a ruotare... una... due... tre volte... salto sull’altra parallela... una verticale... tengo la posizione attenta a non vacillare... tutto ruota intorno a me... come in un’ectasy il mio corpo volteggia con leggiadria da una sbarra all’altra... su... in posizione... ancora una rotazione e poi il salto... l’uscita è perfetta... il boato del pubblico immenso e stordente...». Quattro anni dopo Montreal, alle Olimpiadi di Mosca del 1980, la Comănaci conquista l’oro nel corpo libero e nella trave, e l’argento nel concorso a squadre e in quello individuale... La carriera della giovane Nadia subisce una svolta: nel 1981, infatti, la federazione di ginnastica rumena organizza un tour ufficiale negli Stati Uniti chiamato “Nadia ‘81” sotto la guida dei suoi due allenatori, Béla e Márta Károlyi che decidono di rimanere negli Usa... Nadia, dal canto suo, decide di tornare in patria: da quel momento è guardata con sospetto dal regime, le vengono vietati i viaggi all’estero, temendo che voglia fuggire come i suoi due allenatori... Passeranno altri 8 anni prima che Nadia fugga dalla sua Romania per essere una donna libera. Infatti, Il 27 novembre del 1989, a carriera ormai conclusa, la Comăneci, dopo una camminata di 6 ore, giunge in Ungheria, da qui in Austria poi in Canada e infine negli Stati Uniti dove viene accolta come ...