Giornale Radio Sostenibilità

Di: Giornale Radio
  • Riassunto

  • Ascolta "Sostenibilità" - L’appuntamento dedicato al global warming e alle nuove sfide green di imprese, istituzioni e cittadini. “Sostenibilità” è l’approfondimento di Giornale Radio sulle notizie relative ai cambiamenti climatici, con aggiornamenti sugli effetti del riscaldamento globale, sui piani d’azione definiti dai principali governi mondiali e sulle iniziative di compagnie e società. A cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
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  • 07/07/2022 | Sostenibilità
    Jul 7 2022
    Ascolta "Sostenibilità" - L’appuntamento dedicato al global warming e alle nuove sfide green di imprese, istituzioni e cittadini. “Sostenibilità” è l’approfondimento di Giornale Radio sulle notizie relative ai cambiamenti climatici, con aggiornamenti sugli effetti del riscaldamento globale, sui piani d’azione definiti dai principali governi mondiali e sulle iniziative di compagnie e società. A cura di Roberto Frangipane e Ferruccio Bovio Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
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    3 min
  • L'aumento delle temperature degli ultimi anni | 06/07/2022 | Sostenibilità
    Jul 6 2022
    “Con la media delle temperature degli ultimi anni, i ghiacciai sotto i 3.500 metri sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni. Se le temperature continueranno ad aumentare, nel giro di pochi decenni i ghiacci eterni dalle Alpi Orientali e Centrali potrebbero ridursi drasticamente o scomparire. Rimarrebbero solo sulle Alpi Occidentali, quelle più alte. Inoltre, i ghiacciai sono sempre più scuri, e quindi più vulnerabili alle radiazioni solari”. E' questo lo scenario delineato dal WWF il giorno dopo la tragedia verificatasi sulla Marmolada, dove il crollo di un seracco ha provocato diverse vittime. Naturalmente, nessuno poteva conoscere il tempo ed il punto esatto in cui il disastro sarebbe avvenuto, ma ciò nonostante, si può egualmente dire che si è trattato di una sciagura ampiamente annunciata. Quanto accaduto corrisponde, infatti, alle proiezioni ed agli avvertimenti che climatologi e glaciologi diffondono da parecchi anni, in particolare attraverso i rapporti dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo dell’ONU sul cambiamento climatico, che ha pubblicato, tra l’altro, anche un rapporto specifico intitolato ”Mari e criosfera in un clima che cambia” nel 2019. Del resto – spiega sempre il WWF - di tragedie per i cosiddetti “pericoli dei ghiacciai” se ne sono verificate diverse altre sulle Alpi europee negli ultimi anni, ma tutte presto dimenticate”. L’ultimo Catasto dei ghiacciai italiani dimostra che, negli ultimi decenni, i nostri ghiacciai alpini sono in forte ritiro: tanto è vero che la loro superficie è passata dai 519 km quadrati del 1962 ai 609 km del 1989, per poi scendere in picchiata agli attuali 368 km quadrati: e vale a dire al 40% in meno rispetto al 1989. Al tempo stesso, il numero dei ghiacciai è, invece, cresciuto: sono, infatti, oggi 903, contro gli 824 nel 1962 ed i 1,381 nel 1989, ma l’aumento rispetto al 1962 è un altro segnale di pericolo, perché è dovuto all’intensa frammentazione che ha ridotto sistemi glaciali complessi a singoli ghiacciai più piccoli. Inoltre, negli ultimi 150 anni alcuni ghiacciai hanno perso più di due chilometri di lunghezza, ma a ridursi è stato anche il loro spessore che in una sola estate può assottigliarsi persino di 6 metri. Come il WWF denuncia da anni, “le conseguenze sono devastanti, non solo per l’ambiente e il paesaggio montano, ma anche per le comunità e le attività economiche, dal turismo all’energia”. L’organizzazione ambientalista da molto tempo segnala che “i deflussi estivi dei fiumi derivano per la maggior parte dalla fusione glaciale. Venendo meno i ghiacciai, svanisce, quindi, anche il loro contributo ai torrenti alpini ed ai fiumi della Pianura Padana, con significative conseguenze sull’approvvigionamento idrico per la popolazione e per le attività economiche: a cominciare dall’agricoltura e dalla produzione idroelettrica e termoelettrica”. I dati e le analisi sono disponibili da tempo, ma è stata è l’azione a mancare. Il WWF chiede, pertanto, al Governo di agire subito sia per la mitigazione ( e cioè per l’abbattimento delle emissioni di gas climalteranti), che per l’adattamento ( e cioè per le misure atte a far fronte al danno e agli impatti già in atto).
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  • Analisi delle acque del lago di Garda | 05/07/2022 | Sostenibilità
    Jul 5 2022
    Anche quest’anno la Goletta dei Laghi di Legambiente, composta da un team di tecnici e volontari, ha analizzato le acque del lago di Garda, raccogliendone 13 campioni: e più precisamente, 7 sulla sponda lombarda e 6 su quella veneta. In Lombardia, dalle analisi microbiologiche, sono risultati “fortemente inquinati” tre dei punti campionati (tutti in provincia di Brescia): e stiamo parlando del lago presso la foce di un canale vicino la spiaggia in località Le Rive a Salò; della foce di un torrente nei pressi del porto di Padenghe sul Garda e della foce di un rio nell’Oasi San Francesco del Garda a Desenzano. Due punti sono, invece risultati “inquinati”: e sono la foce del torrente Toscolano sul lungolago di Toscolano Maderno e la foce di un torrente al fianco del porto in località Santa Maria di Lugana a Sirmione. Località quest’ultima per la prima volta monitorata dalla Goletta di Legambiente. Infine, entro i limiti di legge previsti dalla normativa vigente in Italia sulle acque lacustri, risultano positivamente essere gli altri due punti campionati sulla sponda lombarda: e cioè il lungo lago Cesare Battisti di Desenzanino e l’ inizio della passeggiata Maratona-Rivoltella, entrambi a Desenzano del Garda. Legambiente commenta il suo monitoraggio dichiarando che “anche in questa edizione di Goletta dei Laghi si riconfermano, purtroppo, le criticità rilevate negli anni scorsi, legate a torrenti e canali che dall’entroterra portano reflui non depurati al lago: dopo così tanti anni di segnalazioni sembra, dunque, vi sia stata una sottovalutazione dei problemi segnalati”. L’Organizzazione ambientalista chiede, pertanto, alle autorità competenti di indagare su questo fenomeno, uscendo dalla annosa questione relativa alla progettazione del nuovo sistema di depurazione ed eliminando lo spostamento dei reflui dal Lago di Garda a Gavardo, nell’entroterra. Serve, quindi, continua Legambiente, “concentrarsi sulle soluzioni che tengano conto anche delle mutate condizioni territoriali dovute agli impatti del cambiamento climatico, così da garantire la sicurezza del lago e l’adeguatezza della depurazione dei reflui”. Molto meglio, invece, la situazione in Veneto, dove tutti i sei punti monitorati presentano concentrazioni inferiori rispetto ai limiti di legge previsti dalla normativa vigente in Italia sulle acque lacustri. I dati di quest’anno riferiti alla sponda veneta del Garda indicano, infatti, una situazione migliore rispetto a quella delle scorse edizioni di Goletta dei Laghi, con le acque che, se confrontate con la serie storica, risultano essere meno inquinate da escherichia coli. Sempre Legambiente segnala però il fatto che l’attuale momento di grave siccità potrebbe aver portato i depuratori ad avere meno perdite e, di conseguenza, la rete idrica secondaria a condurre meno reflui zootecnici. Comunque, sulla base dei risultati complessivi dei campionamenti effettuati sia sulla sponda veneta, che su quella lombarda, Legambiente sottolinea l’esigenza fondamentale di arrivare ad una gestione unitaria del Garda, con standard e obiettivi da raggiungere attraverso azioni coordinate, poiché “ il lago non può essere considerato un elemento dove passano confini territoriali, ma va piuttosto inquadrato come un unico grande ecosistema”.
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