• Riassunto

  • "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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  • L’Amleto che abita al Cremlino | 22/11/2024 | Il Corsivo
    Nov 22 2024
    Francamente, ci sembra poco credibile che la decisione presa da Joe Biden, in merito alla fornitura ed all’utilizzo di missili a lungo raggio da parte degli Ucraini, non sia stata concordata durante l’incontro – durato ben due ore - che il presidente uscente ha avuto con il neo eletto Donald Trump. D’altra parte, vi pare possibile che i due acerrimi avversari di sempre, posti finalmente uno di fronte all’altro, siano rimasti per 120 minuti a guardarsi in faccia o a parlare dei loro nipotini? Noi siamo più propensi ad ipotizzare che qualcosa, sul conflitto in corso nel Vecchio Continente, debbano, invece, essersela detta... E’ senz’altro vero che non saranno gli Atacms americani o gli Storm Shadow britannici a decidere le sorti della guerra, tuttavia permetteranno comunque, ai soldati di Zelensky, di creare non pochi problemi all’avanzata russa, colpendola alla fonte, attraverso una più precisa distruzione dei suoi arsenali e della sua industria bellica. Il tutto, andando a favorire, in vista del fatidico prossimo 20 gennaio, la definizione di uno scenario in cui Donald Trump potrà, eventualmente, iniziare il suo negoziato con Putin da una posizione resa più vantaggiosa dallo stallo di un’offensiva russa costretta a rivedere i suoi - forse un po’ troppo ottimistici - sogni di gloria. In altre parole, a Washington, tra i due schieramenti che non si sono certamente scambiati amorosi sensi in campagna elettorale, potrebbe essere maturata una soluzione di compromesso che consentirebbe, da un lato, a Biden di non passare alla storia come l’uomo che ha sacrificato l’Ucraina e, dall’altro, al suo successore di iniziare, nel migliore dei modi, il suo mandato, facendo tacere, dopo quasi tre anni, le armi nel cuore dell’Europa, senza però darla troppo vinta a quel Putin che, adesso, immaginiamo tormentato da dubbi amletici sul come gestire questa alzata di toni – probabilmente inattesa – da parte americana (e di riflesso franco – britannica). Formalmente, la prima reazione del Cremlino è stata quella di pubblicare una nuova dottrina nucleare nazionale – per altro già illustrata e preannunciata dallo stesso Putin a settembre - che, di fatto, rimette in discussione il principio classico della deterrenza reciproca tra potenze nucleari, lasciando, quindi, campo libero al diritto di Mosca di utilizzare armi atomiche persino in presenza di attacchi tipicamente convenzionali, qualora questi siano giudicati come una “minaccia per la sua sovranità”. Ora è implicitamente chiaro che - con le nuove forniture missilistiche che hanno concesso in questi giorni all’Ucraina - Stati Uniti, Francia e Regno Unito stanno mostrando di non prendere troppo sul serio le minacce di Putin e di non avere poi nemmeno troppo timore nell’andare a “vedere” il suo bluff. Ecco, dunque, perché immaginiamo, in queste ore, l’uomo del Cremlino tormentarsi tra “l’Essere” che gli imporrebbe di dimostrare che sta facendo sul serio quando parla di potenziali conseguenze catastrofiche e il “non essere” che gli suggerisce, invece, di non scherzare col fuoco, visto che, con ogni probabilità, neanche un individuo disinvolto come Trump se la sentirebbe poi di negoziare con un “apprendista stregone” dell’energia atomica… "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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    3 min
  • A proposito di genocidio | 21/11/2024 | Il Corsivo
    Nov 21 2024
    Premessa: per “genocidio”, secondo la definizione fatta propria dall’Onu, si intendono “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Ed il papa, nel suo libro di prossima pubblicazione, suggerisce di indagare se le azioni militari poste in essere dagli Israeliani a Gaza possano rientrare nel quadro di un progetto genocida. Sia chiaro, il vescovo di Roma non fa alcuna affermazione categorica, ma tant’è non ci vuole poi un intuito particolarmente sottile per avvertire l’aria che tira all’ombra del Cupolone…un’aria che rischia, incautamente, di assomigliare molto da vicino a quella che si respira in tante manifestazioni popolari nostrane, in cui si inneggia alla cancellazione dello Stato ebraico e si celebra la figura di quell’apostolo della non violenza che portava il nome di Yahya Sinwar… Fino ad oggi, a livello diplomatico ufficiale, a parlare di genocidio è stato essenzialmente il Sud Africa, attraverso il suo noto ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia che si è avvalso, tra l’altro, anche del tragicomico sostegno morale di quei fari di democrazia e di rispetto dei diritti umani che si chiamano Algeria, Cuba, Iran, Turchia, Venezuela, Iraq, Libia e Siria…Se però consideriamo, con un minimo di oggettività, lo scenario demografico che si è venuto a delineare in Terra Santa a partire dal 1967, noteremo che i numeri sembrano smentire decisamente ogni ipotesi di volontà di sterminio da parte di Tel Aviv. Infatti, stando a fonti ufficiali arabe, nel 2023, la popolazione palestinese residente ammontava a 5. 483. 000 unità, di cui 1, 8 milioni a Gaza con uno sviluppo medio annuo del 3,3% (pari cioè, a 180.000 individui): e stiamo parlando – si badi bene – di una media che non ha conosciuto battute di arresto nemmeno negli ultimi 12 mesi, nei quali, secondo le stime fornite da Hamas, sono morte 43. 000 persone oppure, se preferite, 8.500 in base ai dati accertati dall’ONU. Mal si conciliano, quindi, le ipotesi di genocidio dinanzi ad una crescita demografica palestinese che sembra tuttora non incontrare rallentamenti. Al contrario, le effettive esperienze genocide del passato ci raccontano che – tanto per parlare di corda in casa dell’impiccato – gli ebrei, nel 1939, erano 16 milioni, mentre oggi non arrivano ancora a 14 milioni e mezzo… Certo, che siano quarantamila, ottomila o anche soltanto una, le vittime sono e saranno sempre troppe: se poi un esercito regolare si trova a dover combattere contro milizie che fanno dell’utilizzo degli “scudi umani” la loro principale arma di propaganda, allora le perdite di vita tra i civili saliranno sempre in maniera esponenziale. Per contro, capita raramente di ascoltare qualche timida voce che si levi per ricordare il fatto che, dal 7 ottobre in poi, su Israele è piovuta, da Gaza e Libano, la bellezza di quarantamila ordigni esplosivi tutt’altro che animati da slanci di fratellanza universale…Quanti cittadini israeliani sarebbero morti se non avessero potuto fare affidamento su un valido sistema di intercettazione missilistica, in grado di contrastare quel disegno di annientamento anti ebraico che – ma loro si, per davvero – Hamas, Hezbollah e Iran non hanno mai fatto mistero di voler spietatamente realizzare? "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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    3 min
  • Il centrosinistra vince in Umbria e in Emilia-Romagna. Astensionismo record | 19/11/2024 | Il Corsivo
    Nov 19 2024
    Il centrosinistra vince in Umbria e in Emilia-Romagna Il centrosinistra azzecca i candidati e vince in Umbria con Stefania Proietti e in Emilia-Romagna con Michele De Pascale. “Chiedo a Meloni – dice De Pascale ricordando la regione ferita dalle alluvioni – un cambio di passo, basta speculazioni, sono pronto a fare il commissario per la ricostruzione”. Accanto a lui c'è la segretaria Elly Schlein: “E’ la vittoria della coesione ma dobbiamo migliorare ogni giorno, mai sedersi”. Entrambi i candidati sono stati trainati dal Pd che diventa primo partito nelle due regioni con risultati importanti. Avs risulta in linea con l'ascesa di questi mesi, così come in forte discesa è il M5s. Nel centrodestra il primo partito in Emilia-Romagna e Umbria è Fratelli d'Italia con Forza Italia che scavalca la Lega. In Umbria nessun apporto alla coalizione di centrodestra è arrivato dal sindaco di Terni Bandecchi che si conferma un fenomeno locale e mediatico. Astensionismo record Crolla l’affluenza in entrambe le regioni in cui si è votato. Sia in Emilia-Romagna sia in Umbria il dato è in netto calo rispetto alle precedenti tornate elettorali. Nella regione governata fino a pochi mesi fa da Stefano Bonaccini non si arriva nemmeno alla metà degli aventi diritto, precisamente il 46,42. Mentre in Umbria il 50% è stato superato, seppur di poco con il 52,3%. Ma l'astensionismo delle regionali è in linea con l'andamento delle elezioni politiche del 2022 e delle europee di quest'anno. E' il segno che una fetta consistente della popolazione non si sente rappresentata dai partiti e dai loro candidati. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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