Premessa: per “genocidio”, secondo la definizione fatta propria dall’Onu, si intendono “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”. Ed il papa, nel suo libro di prossima pubblicazione, suggerisce di indagare se le azioni militari poste in essere dagli Israeliani a Gaza possano rientrare nel quadro di un progetto genocida. Sia chiaro, il vescovo di Roma non fa alcuna affermazione categorica, ma tant’è non ci vuole poi un intuito particolarmente sottile per avvertire l’aria che tira all’ombra del Cupolone…un’aria che rischia, incautamente, di assomigliare molto da vicino a quella che si respira in tante manifestazioni popolari nostrane, in cui si inneggia alla cancellazione dello Stato ebraico e si celebra la figura di quell’apostolo della non violenza che portava il nome di Yahya Sinwar… Fino ad oggi, a livello diplomatico ufficiale, a parlare di genocidio è stato essenzialmente il Sud Africa, attraverso il suo noto ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia che si è avvalso, tra l’altro, anche del tragicomico sostegno morale di quei fari di democrazia e di rispetto dei diritti umani che si chiamano Algeria, Cuba, Iran, Turchia, Venezuela, Iraq, Libia e Siria…Se però consideriamo, con un minimo di oggettività, lo scenario demografico che si è venuto a delineare in Terra Santa a partire dal 1967, noteremo che i numeri sembrano smentire decisamente ogni ipotesi di volontà di sterminio da parte di Tel Aviv. Infatti, stando a fonti ufficiali arabe, nel 2023, la popolazione palestinese residente ammontava a 5. 483. 000 unità, di cui 1, 8 milioni a Gaza con uno sviluppo medio annuo del 3,3% (pari cioè, a 180.000 individui): e stiamo parlando – si badi bene – di una media che non ha conosciuto battute di arresto nemmeno negli ultimi 12 mesi, nei quali, secondo le stime fornite da Hamas, sono morte 43. 000 persone oppure, se preferite, 8.500 in base ai dati accertati dall’ONU. Mal si conciliano, quindi, le ipotesi di genocidio dinanzi ad una crescita demografica palestinese che sembra tuttora non incontrare rallentamenti. Al contrario, le effettive esperienze genocide del passato ci raccontano che – tanto per parlare di corda in casa dell’impiccato – gli ebrei, nel 1939, erano 16 milioni, mentre oggi non arrivano ancora a 14 milioni e mezzo… Certo, che siano quarantamila, ottomila o anche soltanto una, le vittime sono e saranno sempre troppe: se poi un esercito regolare si trova a dover combattere contro milizie che fanno dell’utilizzo degli “scudi umani” la loro principale arma di propaganda, allora le perdite di vita tra i civili saliranno sempre in maniera esponenziale. Per contro, capita raramente di ascoltare qualche timida voce che si levi per ricordare il fatto che, dal 7 ottobre in poi, su Israele è piovuta, da Gaza e Libano, la bellezza di quarantamila ordigni esplosivi tutt’altro che animati da slanci di fratellanza universale…Quanti cittadini israeliani sarebbero morti se non avessero potuto fare affidamento su un valido sistema di intercettazione missilistica, in grado di contrastare quel disegno di annientamento anti ebraico che – ma loro si, per davvero – Hamas, Hezbollah e Iran non hanno mai fatto mistero di voler spietatamente realizzare? "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
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