• L'aumento delle temperature degli ultimi anni | 06/07/2022 | Sostenibilità

  • Jul 6 2022
  • Durata: 3 min
  • Podcast

L'aumento delle temperature degli ultimi anni | 06/07/2022 | Sostenibilità

  • Riassunto

  • “Con la media delle temperature degli ultimi anni, i ghiacciai sotto i 3.500 metri sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni. Se le temperature continueranno ad aumentare, nel giro di pochi decenni i ghiacci eterni dalle Alpi Orientali e Centrali potrebbero ridursi drasticamente o scomparire. Rimarrebbero solo sulle Alpi Occidentali, quelle più alte. Inoltre, i ghiacciai sono sempre più scuri, e quindi più vulnerabili alle radiazioni solari”. E' questo lo scenario delineato dal WWF il giorno dopo la tragedia verificatasi sulla Marmolada, dove il crollo di un seracco ha provocato diverse vittime. Naturalmente, nessuno poteva conoscere il tempo ed il punto esatto in cui il disastro sarebbe avvenuto, ma ciò nonostante, si può egualmente dire che si è trattato di una sciagura ampiamente annunciata. Quanto accaduto corrisponde, infatti, alle proiezioni ed agli avvertimenti che climatologi e glaciologi diffondono da parecchi anni, in particolare attraverso i rapporti dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo dell’ONU sul cambiamento climatico, che ha pubblicato, tra l’altro, anche un rapporto specifico intitolato ”Mari e criosfera in un clima che cambia” nel 2019. Del resto – spiega sempre il WWF - di tragedie per i cosiddetti “pericoli dei ghiacciai” se ne sono verificate diverse altre sulle Alpi europee negli ultimi anni, ma tutte presto dimenticate”. L’ultimo Catasto dei ghiacciai italiani dimostra che, negli ultimi decenni, i nostri ghiacciai alpini sono in forte ritiro: tanto è vero che la loro superficie è passata dai 519 km quadrati del 1962 ai 609 km del 1989, per poi scendere in picchiata agli attuali 368 km quadrati: e vale a dire al 40% in meno rispetto al 1989. Al tempo stesso, il numero dei ghiacciai è, invece, cresciuto: sono, infatti, oggi 903, contro gli 824 nel 1962 ed i 1,381 nel 1989, ma l’aumento rispetto al 1962 è un altro segnale di pericolo, perché è dovuto all’intensa frammentazione che ha ridotto sistemi glaciali complessi a singoli ghiacciai più piccoli. Inoltre, negli ultimi 150 anni alcuni ghiacciai hanno perso più di due chilometri di lunghezza, ma a ridursi è stato anche il loro spessore che in una sola estate può assottigliarsi persino di 6 metri. Come il WWF denuncia da anni, “le conseguenze sono devastanti, non solo per l’ambiente e il paesaggio montano, ma anche per le comunità e le attività economiche, dal turismo all’energia”. L’organizzazione ambientalista da molto tempo segnala che “i deflussi estivi dei fiumi derivano per la maggior parte dalla fusione glaciale. Venendo meno i ghiacciai, svanisce, quindi, anche il loro contributo ai torrenti alpini ed ai fiumi della Pianura Padana, con significative conseguenze sull’approvvigionamento idrico per la popolazione e per le attività economiche: a cominciare dall’agricoltura e dalla produzione idroelettrica e termoelettrica”. I dati e le analisi sono disponibili da tempo, ma è stata è l’azione a mancare. Il WWF chiede, pertanto, al Governo di agire subito sia per la mitigazione ( e cioè per l’abbattimento delle emissioni di gas climalteranti), che per l’adattamento ( e cioè per le misure atte a far fronte al danno e agli impatti già in atto).
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