Perché è una serie di podcast composta da 20 episodi di circa mezz’ora l’uno, nei quali esperti di diversi settori (storia, economia, poesia, teconologia, teatro, filosofia, cinema, logica e tanti altri) raccontano perché la loro specialità esiste ed è importante conoscerla. L’obiettivo è quello di aiutarti a capire la ragione delle cose lasciando da parte luoghi comuni e definizioni superficiali. Con uno stile fresco e appassionante, i podcast Perché ti faranno passare delle mezz’ore curiose, coinvolgenti e sorprendenti.
Su Audible è disponibile un episodio al giorno dal 6 al 25 aprile 2020. Dopo esserci occupati di alcuni dei podcast, come Perché la storia e Perché il romanzo, oggi ti presentiamo Perché il cinema, scritto e letto da Marco Tullio Giordana.
La forza del cinema come forma di intrattenimento, e quindi di evasione, è risultata ancora più chiara in questi giorni di confinamento, quando per molti la routine è diventata una gabbia dalla quale è difficile scappare. Ma quanto ne sai sulla settima arte? Il regista Marco Tullio Giordana, conosciuto tra gli altri per film come I cento passi e La meglio gioventù, ripercorre in 22 minuti densissimi di passione la storia del cinema e te ne fa assaporare la magia.
Il cinema nasce tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, negli stessi anni di un’altra fondamentale invenzione: l’automobile. C’è un parallelismo, dice Giordana, tra i due fenomeni: entrambi nascono per la propensione dell’uomo al viaggio, per la sua voglia di conoscere paesaggi, personaggi, caratteri, ed entrambi vanno poi incontro alla stessa crisi di sovrapproduzione e standardizzazione. Nonostante questa crisi, ancora in corso, il cinema continua ad esercitare immutata la sua funzione di poetico “sequestratore di persone”, in quanto in grado di trasportare in uno spazio e tempo altro lo spettatore. Immagina cosa sarebbe la tua vita senza poter beneficiare di questo potere incredibile, senza il piacere di poter entrare in una sala cinematografica e sentirti di nuovo giovane, o empatizzare con un personaggio di un sesso che non è il tuo, potersi figurare la morte, conoscere mondi lontani, riflettere su situazioni inedite… le illusioni ottiche che vengono proiettate sullo schermo, per tutta la durata di un film, diventano la tua personale verità, diversa e unica da quella degli altri.
Il regista ripercorre le tappe del suo amore per il cinema e quelle dell’espansione dell’immensa tradizione cinematografica italiana. Forse non tutti sanno che fu il fascismo ad avere il merito di imbastire una catena produttiva efficiente per sostenere l’industria del cinema, condizione che permise poi nel dopoguerra il fiorire di tantissima produzione di alta qualità, finalmente libera e non più addomesticata dal regime; certo, non è facile iniziare a lavorare nell’ombra di grandi “vecchi” come Rossellini, Visconti, De Sica, Bertolucci, Bellocchio o Monicelli, sentirsi degno di loro, ma la soluzione per Giordana non è stata quella di imitarli ma di voler imparare da loro.
In questo viaggio nel mondo del cinema c’è spazio anche per un omaggio alle grandi voci che hanno reso accessibili i film stranieri in Italia, quei doppiatori che il regista ricorda con tanto affetto e gratitudine.
Per finire questo incredibile percorso, Giordana ci ricorda qual è il vero incantesimo del cinema: ogni film che vediamo non termina quando la parola “fine” appare sullo schermo, ma continua a lavorare nella nostra mente, a farci pensare e emozionare, ad alimentare conversazioni. Diventa, insomma, una parte di noi.
Dopo aver ascoltato Perché il cinema ti è venuta voglia di approfondire l’argomento? Ecco alcuni tra gli audiolibri che puoi trovare su Audible.
Se il cinema è un bellissimo incantesimo, quello di David Lynch è senza dubbio tra i più potenti e strani che ci siano. Il regista americano, 74 anni, è considerato infatti come uno degli autori più visionari, oltre che influenti, dei nostri tempi. Artista poliedrico (oltre al cinema si dedica anche alla pittura, alla musica e alla recitazione) ha firmato film divenuti leggendari, come Eraserhead, Velluto blu, Mulholland Drive. Se ti accingi a guardare una sua opera, la cosa migliore che tu possa fare è rinunciare a capire e analizzare e lasciarti andare al potere del suo cinema avanguardistico, del bellissimo incubo che il regista è pronto a servirti; ma conoscere più da vicino la sua mente brillante, obiettivo di Io vedo me stesso, ti aiuterà ad avvicinarti al modo di pensare e allo stile artistico del maestro Lynch.
Come dice Giordana, la tradizione cinematografica italiana è così ricca e splendida da incutere reverenza. Dovremmo tutti perciò ritenerci fortunati ad essere immersi in un patrimonio così ispirante e unico; proprio per questo lo studio del cinema italiano deve essere parte della cultura generale di ogni cittadino del nostro Paese. Per conoscere le sue basi, l’audiolibro Il cinema italiano è un ottimo inizio. A cura di Antonio Costa, ti permette di farti un’idea dell’evoluzione del cinema nostrano dalle sue origini fino ad oggi, con i suoi filoni, protagonisti e opere più rappresentative. Non mancano gli aneddoti e le notizie che ti sorprenderanno: sapevi ad esempio che il primo divo del cinema muto era uno scaricatore di porto?
Chi era Alfredo Bini? E’ possibile che in molti non lo sappiano ma quest’uomo, morto nel 2010, è stato un importante produttore cinematografico, un uomo libero e lungimirante. Hotel Pasolini ne traccia un racconto in prima persona, spiegando come il suo contributo abbia reso ancora più speciale il cinema italiano della seconda metà del Novecento. Una parte rilevante dell’opera autobiografica è quella che riguarda la collaborazione di Alfredo con Pier Paolo Pasolini, sul piano umano e artistico, ripercorsa attraverso aneddoti che testimoniano anche le difficoltà di portare a termine i diversi film a causa dei continui scontri con la politica e la censura. A rendere ancora più evidente il valore del produttore contribuiscono le testimonianze di amici e colleghi come Claudia Cardinale e Bernardo Bertolucci.
Tornatore ha deciso, passati i 60 anni, di aprire i vecchi cassetti in cui conserva, sepolti sotto un bel po’ di polvere, lettere, scritti, fotografie e oggetti del suo passato. E, partendo da questi, ha unito i punti della sua vita, tappa dopo tappa, film dopo film; non come un percorso regolare, ma come un flusso disomogeneo e spontaneo di ricordi. I suoi sogni, fallimenti, traguardi, soddisfazioni, personaggi che hanno ruotato intorno al suo universo magico… e a fare da contorno la Sicilia, la sua Bagheria trasformata dal tempo ma sempre amata. Trent’anni di vita inscindibilmente legata al cinema, gli incontri con i grandi miti della macchina da presa e poi l’Oscar nel 1989 per Nuovo Cinema Paradiso. Appunti e dietro le quinte dei film di un grandissimo narratore di storie.
Il regista tra i più geniali di sempre visto con gli occhi del suo fedele collaboratore, l’italiano Emilio D’Alessandro, che per 30 anni ha lavorato come suo assistente personale. Due uomini che non potrebbero essere più diversi tra loro arrivano ad essere indispensabili l’uno per l’altro, come fratelli, e questo legame consente a Emilio di restituirci un ritratto intimo di Kubrick. Un grande lavoratore e perfezionista, diviso tra fragilità e genio, raccontato attraverso gli aneddoti dai set di quattro dei suoi capolavori: Barry Lyndon, Shining, Full Metal Jacket e Eyes Wide Shut. Una bellissima storia di amicizia oltre che ritratto di un grande artista.
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