I canti di Anharra

la mia è una valutazione di tutta la trilogia . Il racconto di Leoni è molto onirico ma anche estremamente intriso di violenza, forse troppo. Il passaggio di quando Amnor viviseziona l'ibrido è stato per me ai limiti della tollerabilità. La trilogia è tutta un viaggio nella parte oscura dell'animo umano, senza redenzione e senza speranza! Brilla di luce propria la lettura o meglio l'interpretazione di Riccardo Riccobello: maestoso.

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non il migliore dei suoi romanzi

Io ho fatto un po' di difficoltà a seguire il racconto anche se il lettore era veramente coinvolgente .

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Ultimo capitolo di una originale trilogia

Si chiude l'originale trilogia dei Canti di Anharra con una narrazione che segue parallelamente due piani temporali: da una parte gli antichi Ariani che, dopo la glaciazione di Riss, fuggono da Anharra e colonizzano l'Europa; dall'altra dei ragazzi di oggi che trovano le rovine della preistorica città grazie alla trivellazione in profondità in uno stabilimento ENI. Filosoficamente sono sottesi il concetto nietzscheano dell'eterno ritorno e una riflessione sulla commistione nella cultura umana di bene e male, armonia e orrore, ordine e caos: l'impianto è ambiziosissimo e difficilissimo da tematizzare con coerenza attraverso una grande saga epica. Se Leoni ci fosse riuscito appieno, dati gli ardui presupposti strutturali avrebbe realizzato un grande capolavoro, una riflessione profondissima sull'epopea della specie umana. Invece permangono alcune debolezze di sviluppo: le battaglie sono sempre mal condotte nella dinamica, da quella contro le orde di Vemerin nel primo episodio fino all'ultima finale tra il gruppo di Elissar e i ragazzi dello stabilimento; soprattutto la trama complessiva necessiterebbe di più sapiente orchestrazione. Tuttavia l'impresa è certamente da elogiare: un fantasy basato su suggestive ipotesi archeologiche e su teorie antropologiche che lo differenziano molto dalla lotta tra il Bene e il Male tipica di questa letteratura ma che, sulla scorta di Nietzsche, portano "al di là del Bene e del Male". Originale e coraggioso, considerando anche che all'epoca in cui fu scritto questi generi di narrativa non avevano quasi cittadinanza fra gli autori della nostra penisola.
Come sempre di altissimo livello la lettura di Riccardo Ricobello.

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Il narratore è un vero professionista.

Fate leggere più liberi a questo vero Professionista!!!
Non conta solo il contenuto ma anche la forma

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In finale degno

Questo è libro che mi è piaciuto di più della serie nonostante ovviamente non possiamo dire di essere difronte a un capolavoro e non mi abbia colpito più di tanto. Forse di per se la trama era molto difficile da sviluppare ma ho trovato alcune scelte davvero forzate.... (ominidi e mafia russa per dirne due). L’autore a mio parere è molto competente a creare il luogo adatto alla trama e a unire teorie con finzione ma d’altro canto molto carente in termini di storia vera e propria e personaggi.

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Un finale "meh"!

Quest'ultimo libro mi stava piacendo specie dove portava la storia. Purtroppo il finale è stato un po' deludente, come fosse messo lì tanto per far finire la storia.

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1yes2yes3noo

1l primo e il secondo libro son buoni e interessanti, il secondo inutile, con poche pagine in più al secondo libro si sarebbe chiusa degnamente la storia senza bisogno di tirare alla lunga inutilmente nel terzo, tra salti temporali al limite del demenziale e descrizioni (che per altro mancano nel primo è il secondo) inutili...
Buona la prima, buona la seconda ma la terza da eliminare o saltare senza paura...

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Due libri in uno...

Quasi alla fine del capito 1 si sovrappone un altro libro,all inizio del capito 2 riprende il libro indicato poco dopo torna un altro libro....pessimo direi.

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finale tirato via

Purtroppo dopo due libri splendidi il terzo è sconclusionato, tanto che per un po' ho pensato ci fosse un errore di lettura di brani di altri libri.
La fine è tirata via come se non si sapesse come far terminare la saga.
Il narratore è molto bravo e ha reso questo volume ascoltabile nonostante tutto.
Alessia.

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Trilogia al di sotto delle capacità dell’autore

Dopo aver divorato “La porta di Atlantide” ho visto la trilogia di Anharra con la possibilità di immergermi nuovamente nella magia creata dalla penna di Leoni e dalla fantastica voce di Ricobello. Tuttavia la trilogia è molto, molto al di sotto di quello che mi sarei aspettato.
Per quanto il modo di scrivere sia ricco, avvincente e fluido, la storia è veramente scadente. L’ambientazione è abbozzata e mal rivelata man mano che si procede, i personaggi a volte incongruenti con il loro trascorso (anche questo rilevato in modo forzato).
Insomma, è una trilogia sperimentale e si vede, ma Leoni da il suo massimo miscelando storia reale con. misteri irrisolti, non con il fantasy.

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