La campagna in Nord Africa 1940-1943
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Piero Di Domenico
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Cosa pensano gli ascoltatori di La campagna in Nord Africa 1940-1943
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Generale
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Lettura
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Storia
- NapolitanoRoberto
- 26/08/2018
tunisia
ottimo contenuto, firma e lettura. avrei però voluto sapere cosa è successo dopo la battaglia di Kassserine.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Alessio B.C.
- 13/10/2020
il fronte Africano squisitamente analizzato
Un'analisi ampia ma mai pesante che descrive con dovizia di dettagli tutti i momenti più salienti della campagna Italiana in Nordafrica durnate la seconda guerra mondiale. L'ho trovato un ascolto molto interessante, completo, con un'ottima introduzione e una capacità di analisi degli eventi non solo molto dettagliata, ma anche molto "a tono", nella sua narrazione agrodolce e infine amara della disfatta italiana. Ottima la voce narrante, gli aneddoti dietro alcune battaglie, il modo di raccontare i rapporti fra le diverse forze in campo, anche se avrei personalmente apprezzato qualche parola in più a riguardo del versante Somalo ed Etiope dell'Italia in Guerra. In sostanza, un ottimo prodotto, che consiglio caldamente.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Alain C.
- 29/05/2021
Ottimo resoconto storico
Mio padre classe 1914, soldato semplice è tornato 6 anni dopo da quella folle impresa
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Generale
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Lettura
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Storia
- Raffaele C.
- 04/02/2018
Ottimo
Ottimo sia il contenuto che la narrazione. Storie che tutti dovrebbero conoscere. Da far ascoltare a scuola
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Generale
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Lettura
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Storia
- Silvano Pira
- 22/11/2021
Impreciso
La lettura è molto scorrevole, il libro scivola via molto facilmente. Forse tutta la campagna viene riassunta anche troppo velocemente e senza curarsi di scendere bene in profondità. Ciò che mi ha lasciato perplesso durante tutta la lettura è l'esterofilia di cui il libro è intriso. Ogni riferimento alle truppe italiane e al loro comando è costellato di critiche e accuse per le strategie, le mancanze logistiche, gli equipaggiamenti e la produzione bellica di una nazione tra l'altro piccola, con pochissime materie prime e che NON voleva la guerra. Capisco che l'autore non voglia rischiare accuse di revisionismo o fascismo, ma bisognerebbe dare a Cesare quel che è di Cesare. Si vantano le grandi tattiche di Rommel e degli Alleati, i loro aerei, i grandiosi Panzer, i formidabili Sherman, e si fa trasparire il soldato italiano con il solito stereotipo del soldato arrendevole, con le "scarpe di cartone" e inetto. Si calpesta il coraggio dei nostri uomini, sempre ammesso e lodato anche dai nemici. Si parla dei nostri carri armati M13 (che erano efficaci contro i Cruiser), ma solo per sottolineare quanto fossero inefficaci contro i Matilda II, senza avere l'onestà intellettuale di dire che i Matilda II arrivarono molto dopo e quindi questi erano già evoluti e blindati per resistere ai nostri pezzi da 47.
Non si racconta del coraggio da leoni dei nostri Bersaglieri, che di notte spostavano i campi minati costruiti dagli inglesi durante il dì. Insomma, si insiste con la becera e infamante tradizione di far figurare gli italiani come dei vigliacchi arrendevoli.
"Mancò la fortuna, non il valore." non fa riferimento alla mancanza di appoggio logistico o del fatto che si combatteva alla "spera in dio", ma vuole sottolineare la tenacia ed il valore cristallino dei nostri uomini, che resistevano anche senza cibo, senza acqua, benzina e munizioni.
La sintesi massima della campagna italiana in Africa io la leggo più nell'ultimo radiomessaggio lanciato al comando dalla Divisione Ariete, che nel libro -ovviamente- non viene menzionata: "Carri nemici fatta irruzione sud Divisione ARIETE. Con ciò ARIETE accerchiata. Trovasi circa 5 chilometri nordovest Bir el Abd. Carri ARIETE combattono!".
Non potevamo vincere quella guerra, ma abbiamo sempre combattuto con onore fino alla morte, e di questo bisognerebbe andarne fieri, senza paura di ammetterlo.
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