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Via dalla pazza guerra
- Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan
- Letto da: Pierpaolo De Mejo
- Durata: 5 ore e 19 min
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Sintesi dell'editore
In giorno di agosto del 2005 un tir si ferma in un autogrill vicino a Bressanone. Da sotto sbuca un ragazzino. È tramortito, sporco. Si era legato di nascosto all’asse delle ruote posteriori prima che il tir si imbarcasse su una nave in partenza dalla Grecia. Poi Venezia, l’autostrada, quattro ore in¬finite. Molti altri erano morti così. Quel ragazzino si chiama Alidad Shiri e ha solo quattordici anni. È arrivato dall’Afghanistan, dove i genitori, una sorella e la nonna erano stati uccisi. Si era rifugiato in Pakistan con il fratello, l’altra sorella e gli zii. Ma due anni dopo era partito da solo, inseguendo la speranza di un futuro diverso. Il suo viaggio incredibile e pericoloso è durato quattro lunghi anni, passando per Iran, Turchia e Grecia. Ora quel ragazzo ha trent’anni, una laurea in ¬ filoso¬fia e lavora come giornalista. Vive in Alto Adige, dove ha trovato una famiglia che gli ha spalancato le braccia e, soprattutto, una comunità solidale.
Alidad racconta la sua storia di bambino che è fuggito dall’Afghanistan in guerra, un paese che oggi, dopo vent’anni, si ritrova di nuovo in uno stato di terrore. E con questo libro testimonia ogni giorno al mondo il grande potere dell’accoglienza.
ALIDAD SHIRI, di origine afghana, è arrivato in Alto Adige nel 2005. Oggi ha 30 anni, vive a Bolzano e si è laureato in Filoso¬fia politica. Era solo un bambino quando ha visto scoppiare la guerra in Afghanistan e ne ha subito le conseguenze più tragiche: la perdita della famiglia. Oggi è un giornalista e collabora con varie associazioni umanitarie, tra cui UNHCR Italia. Nel 2007 la sua storia è diventata un libro che oggi HarperCollins ripropone in una versione nuova e approfondita. Da anni Alidad porta la sua testimonianza nelle scuole per raccontare il viaggio incredibile per sfuggire dalla guerra e il percorso che lo ha spinto a farsi portatore di pace.
Cosa pensano gli ascoltatori di Via dalla pazza guerra
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Generale
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Lettura
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Storia
- Lorenzo
- 07/10/2023
Da conoscere e far conoscere
Dovrebbe essere letto e studiato non solo dai nostro studenti, ma anche da tutti gli insegnanti e dirigenti scolastici, in modo da far migliorare, quando è il caso, l'atteggiamento di tutti nei confronti di questi studenti stranieri che, confusi e disorientati, arrivano nelle nostre scuole con un bagaglio di sofferenza che noi non possiamo nemmeno immaginare. È un libro propositivo, scritto nel chiaro intento di aiutare e di parlare anche per chi lavora e soffre in silenzio. Non è pesante, è molto interessante e si può affrontare senza angoscia, visto il lieto fine. Ascoltatelo!
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Generale
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Lettura
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Storia
- Utente anonimo
- 30/11/2023
scoperta
per caso mi sono imbattuto in questo audiolibro, guardandone la trama mi aveva catturato e quindi l'ho ascoltato per intero. Storia incredibilmente realistica e intrigante, in più il narratore della storia ha per i miei gusti personali fatto un ottima narrazione, consigliatissimo se vi interessano storie di attualità e di emigrazioni.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Cliente Amazon
- 09/07/2022
Molto coinvolgente e fa riflettere
Bello come vengono affrontati i contenuti.
La lettura e scorrevole, rilassante (nonostante la crudezza del racconto) e coinvolgente.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Annaros
- 03/09/2022
lettura per le scuole
Quanto dolore e sofferenza c'è nella vita di questo ragazzo, simile a molte altre di chi fa questi lunghi viaggi della speranza.
Sarebbe molto utile fare leggere questo libro nelle scuole, affinché i nostri ragazzi comprendano cosa c'è nella vita di un rifugiato.
Farebbe anche comprendere loro che fortuna abbiano ad essere nati da questa parte del mondo.
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Generale
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Lettura
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Storia
- Mara
- 23/07/2022
una storia da conoscere
questo libro nom ha forse una grande qualità letteraria ma è comunque importante e andrebbe letto nelle scuole per capire cosa significa nascere nella "parte sbagliata del mondo" e cercare la propria strada per vivere invece di limitarsi a sopravvivere in attesa della prossima bomba
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