Il rapimento più lungo d'Italia, una famiglia travolta da uno tsunami, la sopravvissuta a una sparatoria e un uomo che ha visto le sue tre figlie uccise dalla moglie.
Cos'hanno in comune queste e altre storie? Sono storie di chi è piombato nel buio, ma ha avuto la forza di ritrovare la luce.
Rivivremo, ascoltandoli dalla loro viva voce loro e da quella dei testimoni del loro dramma, gli eventi che li hanno fatti precipitare e dai quali hanno avuto la forza di riemergere. Storie difficili, estreme, cha sapranno raccontarci un nuovo modo di guardare alle nostre vite.
Perché nella vita non importa quante volte cadi, ma quante volte sei in grado di rialzarti. Dopo il grande successo di Veleno, il ritorno di Pablo Trincia, il podcaster più celebre d'Italia.
Esistono esperienze così orrende e spaventose che non tutte le lingue parlate dall'essere umano hanno saputo tradurre in parola. Tsunami è entrata oggi nel nostro vocabolario. Ma il 26 Dicembre del 2004, per Melissa, in luna di miele con suo marito Stefano ed il piccolo Niccolò di 18 mesi questa parola era ancora sconosciuta. Poi la grande onda. La vacanza a Phuket, Thailandia, diventa un incubo.
Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.
"Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi".
Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore.
Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.
Concita De Gregorio indaga a fondo una storia vera, creando un congegno narrativo rapido, incalzante e pieno di sorprese. Uno di quei testi in cui uomini e donne trovano qualcosa di sé.
Questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Baricco smonta e rimonta l'"Iliade" creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di Troia.
L'autore "rinuncia" agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna.
Un'operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.
A Mosca, in un afoso pomeriggio di primavera, due letterati stanno elencando le prove dell'inesistenza di Dio. Lo straniero che si intromette nella discussione è di tutt'altro parere. Non solo, ma è stato presente al processo di Gesù. Si tratta infatti del Diavolo, nei panni del mago Woland, e la sua spettacolare comparsa getterà nel caos il burocratismo sovietico e l'élite letteraria del tempo.
Satira devastante e fantastica, il romanzo, in parte ambientato nella capitale sovietica e in parte nell'antica Gerusalemme, è uno dei massimi capolavori della letteratura.
Arturo Bandini, ventenne italoamericano, è a Los Angeles in cerca di...
Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: "Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai". Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia (che a suo modo si avvera...), ma anzi la trasforma in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente.
Il 1993 diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto, e talvolta anche a piedi, Terzani si trova così a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata.
Dopo oltre vent'anni di "viaggio" e oltre un milione di copie vendute, lette, rilette, prestate e regalate, "Un indovino mi disse" continua a parlarci con voce sempre nuova e avvincente. "Fu una splendida decisione e l'anno 1993 è finito per essere uno dei più straordinari che io abbia passato: avrei dovuto morire e sono rinato".
Quei tre ragazzi che si tuffano in piscina, nudi, di nascosto, entrano come un vento nella vita di Teresa. Sono poco più che bambini, hanno corpi e desideri incontrollati e puri, proprio come lei. I prossimi vent'anni li passeranno insieme nella masseria lì accanto, a seminare, raccogliere, distruggere, alla pazza ricerca di un fuoco che li tenga accesi.
Al centro di tutto c'è sempre Bern, un magnete che attira gli altri e li spinge oltre il limite, con l'intensità di chi conosce solo passioni assolute: Dio, il sesso, la natura, un figlio.
Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell'immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell'infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne.
Le Grand Liberò, così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine, è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell'amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all'osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle "trentun tacche" delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna.
Il fascino della lontana cultura nipponica emerge prepotente in questo esilarante e spietato romanzo di ispirazione autobiografica, che segue la parabola discendente di una giovane donna occidentale all'interno di una multinazionale giapponese. Animata dalle migliori intenzioni ma ignara delle regole, Amélie inanella gaffes su gaffes e resiste ostinata alla progressiva retrocessione che la porterà a scendere fino all'ultimo gradino della scala gerarchica.