Libri per comprendere meglio il fenomeno del workaholic
Sebbene non se ne parli mai abbastanza, il fenomeno del workaholic, soprattutto dopo l'affermarsi dello smart working, sembra essere sempre più presente nelle nostre vite. Stando agli studi più recenti, la sindrome di dipendenza dal lavoro non si verifica solo per la reale necessità di accumulare più denaro, ma ha molto a che fare con lo specchio dei tempi del lavoro (e della vita) che richiede velocità, performance, capacità di leadership e pensiero vincente.
Eppure, sembrerebbe che questa modalità di procedere non sia affatto “vincente” come vogliono farci credere e che, anzi, stia portando sempre più professionisti sul l'orlo del burnout, fenomeno altrettanto dilagante di esaurimento nervoso da stress lavorativo. In questo articolo ti presentiamo i migliori saggi che parlano di lavoro insieme a imperdibili romanzi che raccontano i fenomeni dello sfruttamento lavorativo e della precarietà.
I migliori saggi che parlano di lavoro
Anche se durante le vacanze estive non vogliamo sentire parlare di lavoro neanche alla lontana, potrebbe, invece, rivelarsi un periodo molto prolifico per ripensare la nostra vita e riorganizzare la sfera professionale per lavorare meno (e meglio) al nostro rientro.
In questo articolo ti presentiamo una selezione di libri che parlano del lavoro per riflettere sul nostro presente, ma anche sulle prospettive future e, soprattutto sulla necessità di trovare nuove formule e nuovi modi di affrontare le trasformazioni del lavoro contemporaneo.
Con un'inevitabile eco alle teorie di rifiuto del lavoro degli anni '60 e '70, Ma chi me lo fa fare? è un saggio che parla di lavoro o, meglio, di come inquadrare il lavoro da una nuova prospettiva. Sfatando il vertiginoso must dell'essere a tutti i costi “imprenditori di se stessi” e lambendo una teoria del lavoro che contempla la lentezza a discapito della fretta, gli autori si interrogano sul senso del lavoro (e del workaholic) nella società contemporanea. Come è possibile inventare delle alternative a condizioni di lavoro che non ci soddisfano? Perché la maggior parte delle persone non è soddisfatta del proprio lavoro? E' proprio vero che l'affermazione della propria identità e la realizzazione professionale debbano passare dal lavoro? A queste e molte altre domande saranno in grado di rispondere i due autori, Maura Gancitano e Andrea Colamedici, con questo nuovo saggio divulgativo disponibile su Audible.
Se appartieni a quella fila di persone che si sta interrogando sulla propria vita o, meglio, sul senso del proprio lavoro e, l'unica via di uscita che vedi sembra essere quella di prendere tutti i tuoi risparmi e scappare in qualche isola paradisiaca, allora Lavoro: una storia culturale e sociale è il libro sul lavoro che fa al caso tuo. Ricostruendo da un punto di vista sociologico, antropologico, ma anche biologico ed economico, la storia del lavoro nel corso dei secoli, l'autore, con un linguaggio divulgativo e comprensibile, opera una critica all'organizzazione lavorativa attuale, fornendo anche delle valide alternative. Ciò che viene esposta, oltre alla storia culturale e sociale del lavoro (come recita il titolo) è una nuova e interessante prospettiva grazie alla quale reinventare il nostro lavoro e noi stessi.
Il fenomeno del workaholic non sarebbe quello che è se, a peggiorare la situazione, non fossero arrivati anche la pandemia e lo smart working. Incapaci di destreggiarci tra tempo di vita e tempo di lavoro, ciondoliamo dinnanzi alla scrivania di casa, interrogandoci sempre di più sul senso di ciò che facciamo ogni giorno, lontano dal contatto con altri esseri umani. Eppure, se inquadrato da un'altra prospettiva, lo smart working, proprio come suggerisce l'autore di questo libro sul lavoro, potrebbe essere foriero di potenzialità creative anziché farci maledire i nostri spazi domestici ad ogni piè sospinto. Cosa ci manca allora? Organizzazione! Ecco perché questo saggio su come organizzare al meglio il proprio tempo di lavoro è un vero e proprio “deus ex machina” che ti aiuterà a lavorare meno e meglio, aumentando produttività e benessere.
Grazie al saggio sul lavoro Il pessimo capo potrai comprendere in modo critico come siamo passati da una forma di lavoro materiale a una forma di lavoro immateriale. Fin qui niente di nuovo, ma questo saggio sul lavoro di Domitilla Ferrari svolge anche un'indagine ampia e accurata sulle modalità di fronteggiare alcune dinamiche di potere che spesso si creano in contesti lavorativi dove domina la competizione, anziché la cooperazione. Il pessimo capo è, inoltre, un libro utile per comprendere le trasformazioni del lavoro nell'epoca contemporanea. Domitilla Ferrari è esperta di marketing e docente di Comunicazione digitale presso l'Università di Padova.
Non sei un imprenditore e, dopo l'orario di ufficio, le cose di cui devi preoccuparti sono altre e non riguardano il lavoro che svolgi durante la giornata. Sebbene tu sia sgravato da quei pesi che i freelance o gli imprenditori sono costretti a fronteggiare giorno dopo giorno, senza soste, il tuo lavoro in ufficio non ti soddisfa. Ecco perché Come organizzare il lavoro in ufficio è un libro per migliorare il tuo rendimento professionale e un manuale per ottimizzare tempi e modi di lavoro. Aumentando la qualità del lavoro in ufficio, infatti (è questa la tesi dell'autore), aumenterà, di conseguenza, anche la qualità della tua vita fuori dall'ufficio e la quota di tempo libero che ti spetta. Sarà proprio tutto vero? Non ti resta che scoprirlo ascoltando il libro Come organizzare il lavoro in ufficio dall'inizio alla fine.
La cultura romana, culla della nostra attuale civiltà, esercitava costantemente un alternanza tra “otium” e “negotium”: questo significava dedicare un tempo agli affari e un tempo all'ozio, momento fondante, quest'ultimo, per il benessere di mente e corpo. Il potere del riposo è un saggio in Esclusiva per Audible che parla di lavoro, ma dalla sua prospettiva opposta: il riposo. Quanto è importante, oggi come nei tempi degli antichi romani, praticare l'ozio? Come fare per liberarci dal senso di colpa associato al dolce fare niente? L'estate è il periodo migliore per riflettere sul senso dell'ozio e comprendere quanto e come cambiare la tua vita (e magari la tua professione) al rientro dalle vacanze estive.
Scritto da uno dei filosofi viventi più influenti al mondo, La società della stanchezza, sebbene non sia prettamente incentrato sul tema del lavoro, è un saggio che parla, tra gli altri argomenti, anche delle conseguenze del workaholic. Una società dedita all'iperproduzione capitalistica ha generato e continua a generare fenomeni di competizione, performance a tutti i costi e, naturalmente, depressione e nevrosi. L'autore Byung – Chul Han (di origini coreane, ma residente a Berlino) sfata il mito della performance a colpi di parole, facendo riflettere il lettore sulla possibilità di guardare alla stanchezza (e alla rivendicazione della stanchezza) da un altro punto di vista. Sebbene non sempre di facile comprensione per i non addetti ai lavori (di filosofia e pensiero critico), Byung – Chul Han è un saggista che non deve mancare nella tua libreria.
Podcast che parlano di lavoro e diritti
Il giornalista e saggista italiano Luca de Biase, docente di Knowledge Management presso L'Università di Pisa, tra le tante altre attività, è autore anche di una serie podcast che parla di lavoro. Affrontando diverse tematiche inerenti le questioni lavorative del futuro come, ad esempio, l'obsolescenza di alcuni lavori dinnanzi all'impiego dell'IA o, ancora, come si diventa “data scientist”, l'autore offre interessanti prospettive sul futuro del lavoro. Non tralasciando argomenti correlati a quello del lavoro come, per citarne solo due, le questioni di genere o il cambiamento climatico, Luca de Biase dialoga anche con intellettuali, economisti e filosofi che ti aiuteranno ad inquadrare la questione del lavoro da una nuova prospettiva.
Parlare di tematiche di lavoro è imprescindibile dal parlare di diritti sul lavoro. Inoltrandoci in un'epoca storica nella quale il nuovo fenomeno del cosiddetto “schiavismo digitale” sta portando al dilagare di nuove professionalità di lavoro immateriale sottopagate e sfruttate, è importante interrogarci sui diritti del lavoro che variano, al variare dei lavori. Lavoro e diritti è un podcast nel quale oltre a tematiche di diritto sindacale, si parla anche di lavoro dal punto di vista giuridico. Un podcast utile e formativo per affrontare il tema del lavoro e dei diritti sul lavoro.
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Il fenomeno del workaholic, stando alle teorie e alla pratica di vita di Francesco Narmenni, avrà una vita molto breve. Autore di Smettere di lavorare, un podcast disponibile su Audible, Narmenni, in totale controtendenza non solo con il fenomeno del workaholic, ma anche con quello del divenire leader, imprenditori di se stessi, guru della finanza e quant'altro, si fa testimone di un'alternativa possibile all'iperattività del turbocapitalismo professionale. Certo, non tutti possiedono il suo naturale carisma e l'innata capacità di auto-organizzarsi lontano dai circuiti lavorativi, ma sicuramente, dopo aver ascoltato questo podcast per smettere di lavorare, saprai anche tu come fare per districarti meglio nelle questioni professionali che fanno parte, bene o male, di tutte le nostre vite.
Romanzi sullo sfruttamento lavorativo e sul precariato
Dopo aver esplorato i saggi per organizzare al meglio il lavoro ed evitare di scadere nel fenomeno del workaholic o, peggio ancora, del burnout, ecco una selezione di romanzi e libri classici che parlano di lavoro, sfruttamento del lavoro e precariato.
Un potente memoir, tratto da una storia vera, Donna delle pulizie è anche un libro dal quale è stata tratta una fortunata serie Netflix dal titolo Maid. La caparbietà fuori dal comune dell'autrice, Stephanie Land, ha fatto sì che, per evitare di tornare da un marito violento e alcolista, salvando anche la propria figlia, iniziasse a scrivere. La sua vita, però, era tutt'altro che quella di una brillante giornalista in carriera: costretta a svolgere lavori duri, sottopagati e faticosi, l'autrice si fa testimone di un vasto mondo di persone sfruttate e sottopagate, la cui vita sembra essere priva di prospettive su di un futuro migliore.
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Libro vincitore del Premio Strega 2022, Spatriati è un romanzo nel quale si racconta la precarietà contemporanea, non solo quella lavorativa, ma anche quella degli affetti. I due protagonisti, Claudia e Francesco, coetanei cresciuti insieme in un paese di provincia, prendono strade diverse una volta arrivati sulla soglia dell'età adulta. Alle prese con una vita imprevedibile e sempre sul bordo dell'eccitabilità, prima a Londra e poi a Berlino, lei, non lascia mai il filo invisibile che la lega al suo amico di sempre che, invece, resta nel loro paese di origine affrontando le frustrazioni di un'immobilità ammorbante, finché un giorno, anche lui, decide finalmente di spiccare il volo. Spatriati è un libro per riflettere sul mondo della precarietà emotiva e professionale riservata a tanta parte dei Millenials.
“Nessuno nasceva per salvare il mondo, né per essere salvato. Sull'anima di ciascuno non poteva gravare la condanna di un auspicio. Se il destino esisteva, allora non poteva essere che quello di cercare la propria strada.”
Una delle scrittrici italiane più amate degli ultimi tempi, Ilaria Tuti, dà vita ad un romanzo nel quale seguire la propria strada diventa anche sinonimo di aiuto per il destino altrui. Durante la prima guerra mondiale, contro i dettami e la morale dell'epoca, una gruppo di chirurghe decide con tenacia di aprire a Parigi il primo ospedale gestito interamente da donne. Come vento cucito alla terra è il romanzo che racconta questa affascinante storia, si aggiunga la maestrale capacità narrativa di Ilaria Tutti e si avrà un imperdibile romanzo da leggere tutto d'un fiato. Un esempio di coraggio e umanità che può derivare dallo svolgere una professione, quella di medico, per salvare tante vite.
John Steinbeck, scrittore statunitense tra i più famosi e apprezzati, è stato anche un giornalista d'inchiesta su temi di lavoro e sfruttamento. I nomadi è una raccolta di articoli nei quali Steinbeck descrive la condizione lavorativa dei braccianti immigrati in California nel pieno della Grande Depressione americana. Commissionati a Steinbeck dal San Francisco News, questi articoli sono il frutto delle inchieste che l'autore compie mettendosi in viaggio a bordo di mezzi di fortuna, in fatiscenti baraccopoli, a contatto con il sottoproletariato americano degli anni '30 per raccontarne da vicino la loro realtà.
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Proprio come in Germinale, romanzo di Emile Zola, si compie un'opera di denuncia dello sfruttamento dei minatori di Montsou, La vita agra del celebre scrittore toscano Luciano Bianciardi parte proprio dal racconto di un'esplosione di una minierà di grisù a Ribolla. Luciano, bibliotecario di Grosseto (nonché alter ego dell'autore) decide di vendicare i 43 minatori uccisi a causa delle condizioni disumane di lavoro e all'assenza di sicurezza nella miniera, recandosi a Milano. Il suo progetto segreto sarà quello di far esplodere niente di meno che la sede della società mineraria. Ciò che troverà a Milano negli anni del dopoguerra tuttavia, sarà tutt'altro che una vendetta: la capitale del lavoro italiana viene infatti descritta con una prosa indimenticabile. Luciano Bianciardi, tra gli scrittori più amati e tormentati di sempre, come un treno in movimento, è in grado di coinvolgere il lettore nei suoi binari deragliati che descrivono il miracolo economico italiano. Dal libro è stato tratto anche un film del 1964 di Carlo Lizzani con l'egregia interpretazione di Ugo Tognazzi.
Dalla scrittura collettiva del gruppo musicale bolognese Lo Stato sociale, Sesso, droga e lavorare è un romanzo di formazione che vede al centro il tema del lavoro, della precarietà e dei fallimenti emozionali di un'intera generazione. Si parla di licenziamenti, ansie da tenere a bada, infelici situazioni scolastiche e sentimenti di una generazione che, alle certezze del passato, preferisce (o è costretta a preferire) l'imprevedibilità del presente.
“Cominciamo dell'ansia: l'ansia è una brutta bestia. Nel tempo ho imparato a domarla, ma questa storia coincide con i primi sintomi di questa strana emozione. Quindi è meglio parlartene.”
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