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Il battito dell'assoluto
- Il messaggio essenziale delle Upanishad
- Letto da: Osmar Miguel Santucho
- Durata: 14 ore e 19 min
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Sintesi dell'editore
Collana: Le opere sapienziali
“Om. Quello è il Tutto, e anche questo è il Tutto. Poiché solo il Tutto nasce dal Tutto, e anche se la Totalità viene sottratta alla Totalità, ecco, ciò che rimane è il Tutto. Om. Pace, pace, pace.” Così si apre la Ishavasya Upanishad, uno dei testi più preziosi della tradizione indiana, che rivela in poche righe la natura dell’universo e il senso più profondo della vita umana in quel contesto. Qualcosa che non ha nome – l’anonimo poeta-veggente lo definisce “Quello” – perché è al tempo stesso trascendente e immanente, impersonale e personale. È contemporaneamente l’origine non-manifesta di tutte le cose, il loro divenire nel tempo e nello spazio, il loro perenne mutare.
Una comprensione che oggi le scienze più avanzate hanno raggiunto, grazie a bagliori improvvisi che hanno aperto la mente di ricercatori sensibili al riverbero originario in cui “la totalità vibra nella totalità”, prima di essere materia. Da qui l’attualità del viaggio cui Osho invita, ricordando che quella comprensione è accessibile a tutti. Basta un attimo, vissuto in totale presenza, perché un bagliore di vita si agganci alla scintilla vitale che ci anima, scuotendo e infiammando la nostra esistenza, cambiandone le coordinate. Infatti, in apertura Osho chiarisce: “Possiamo solo essere ciò che già siamo. Quanto è nascosto in noi verrà rivelato, e quanto è manifesto tornerà di nuovo celato. Il seme diverrà albero, e l’albero tornerà a essere un seme. Questa è la legge eterna della vita. In coloro che afferrano in pienezza questa legge, le preoccupazioni e le ansie svaniranno completamente. A quel punto, non vi sarà più nulla che produca infelicità. Non vi è ragione di essere infelici, quando si viaggia verso la propria destinazione. E non vi è neppure ragione di essere felici, perché non stiamo ottenendo nulla che già non avessimo, quando abbiamo iniziato quel viaggio”.
Ma per percepire con maggior acutezza ciò che Osho condivide, occorre ripulire le porte della percezione, liberando la mente da ciò che la offusca. Per farlo, è consigliabile coltivare la pratica della meditazione con regolarità. A tal proposito, nel testo Osho torna a ricordare l’importanza dell’esperienza, completando ogni incontro con un momento di meditazione; così da entrare davvero nelle grandi verità rivelate, che stanno oltre la logica, spiegando: “Un ricercatore del Vero deve avere l’immenso coraggio di abbandonare il ragionamento logico. Questo sutra è oltre la logica, per questo è grande. Come vi ho detto, è una delle comprensioni più grandi mai pronunciate nella storia dell’umanità.”
Ed è il risveglio della propria energia vitale che permetterà di comprendere il messaggio di questa Upanishad. Un messaggio semplice, chiarisce Osho. Infatti, afferma che la vita è un mistero, il cui significato è lampante, nel momento in cui si partecipa.
La proprietà intellettuale di quest’opera è un copyright di OSHO International Foundation.
OSHO è un trademark di OSHO International Foundation.
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Storia
- Leonardo
- 12/05/2023
l'assoluto che è in Noi ora è manifesto!
Posso solo inchinarmi difronte a cotanta bellezza, il mio canto prende forma dalle assonanze perfette delle parole e dei concetti profondi che Osho esprime tra le parole…
Ed infatti è proprio attraverso gli spazi tra le parole che prendono vita mondi inesprimibili, e solo stando attenti a quei silenzi avviene una trasformazione alchemica dentro sé stessi…
Prima di scrivere qualcosa ascolto per intero minimo due volte con gioia e trovo che già la seconda volta d'ascolto le cose sono cambiate, le parole vivono e con esse anche il Maestro…
grazie lettura stupenda 10+!
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