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Il manifesto dello Zen
- Libertà da sé stessi
- Letto da: Giorgio Perno, Laura Righi
- Durata: 14 ore e 20 min
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Sintesi dell'editore
Collana: I classici dell’essere.
Ci si avvicina allo Zen perché è sempre più evidente che il rischio di rimanere rinchiusi in un seme – oin un bocciolo – risulta più doloroso del rischio di sbocciare. Ed è lo Spirito del tempo, con il generale crollo delle abituali certezze, a spingere verso un’esperienza che apra a una comprensione di séindubitabile. E lo Zen aleggia tra noi come un vento che accarezza e al tempo stesso scuote, sollecitando un risveglio che è di fatto una liberazione: la libertà da se stessi.
Un compito che lo Zen si è assunto da sempre, operando con metodi, espedienti, strategie improvvisate, per liberare l’essere umano dalla prigione della mente, il fulcro della comune ignoranza di ciò che si èveramente. E Osho chiarisce: “Voi avete sentito parlare di molte libertà: politica, psicologica, economica e via elencando; ma lo Zen è la libertà suprema, la libertà da se stessi. È qualcosa che nonva accettato come un credo, dev’essere vissuto, sperimentato. Solo allora saprete: è un sapore...” e solo l’esperienza può aiutare a comprenderlo.
Pertanto, nulla di ciò che qui è condiviso va visto come un insegnamento, perché è evidente che l’ascoltatore è addormentato; pertanto, spiega Osho: “La cosa primaria non è insegnarti qualcosa; prima di tutto ti devi svegliare. Lo Zen è una sveglia! E un vero Maestro è qualcuno in grado di risvegliare.
La sua funzione è del tutto differente da quella di un insegnante. Il suo compito è molto più complesso; perché svegliare qualcuno addormentato da milioni di incarnazioni non è per nulla facile. È un miracolo! ”Osho ha osato qualcosa di impossibile, per richiamare ogni essere umano al proprio vero destino. E utilizza tutte le contraddizioni della nostra epoca per ricordare che: “Il vero tesoro esiste già dentro dite. Se riesci a buttar via tutto ciò che ti giunge dal mondo, il tuo cuore vuoto, il tuo essere vuoto, sirivela il tesoro più grande, ciò che ti dona salvezza”.
Questa serie di discorsi si presenta dunque come un’immersione nella verità e nella propria essenza.
Osho utilizza i dialoghi tra Maestro e discepoli, tramandati nel mondo dello Zen, per evidenziare in che modo si rende opaca la verità, e come noi ci alieniamo da noi stessi, assumendo non una ma tante identità che poi si sovrappongono e lottano tra di loro per imporsi.
Nel dipanarsi di conflitti emblematici, illustrati con esempi tratti dalla tradizione classica dello Zen, si possono riconoscere le proprie manie, le incertezze, la testardaggine, la stupidità; ma anche la segreta aspirazione che anima chi si mette alla ricerca, e il suo improvviso ravvivarsi... e comprendere. Istanti che rendono partecipi di una verità che Osho costantemente evoca: “Voi siete dei Buddha, perquanto possiate essere addormentati...” e il destino di tutti è divenire un pilastro di consapevolezza.
La proprietà intellettuale di quest’opera è un copyright di OSHO International Foundation.
OSHO è un trademark di OSHO International Foundation.